Contestualizzazione e Specializzazione dei Gesti Tecnici

Partiamo con una domanda:

Cos’è un bagher?

Scommetto che molti di voi avranno stampato in faccia un ghigno beffardo, ad aver letto questa domanda. Cos’è un bagher? Beh, è semplice! Un bagher è questo!

Bagher

Interessante. Questo è sicuramente un bagher. Ma non è il bagher. Questo è il bagher di ricezione di servizio floating (o, per lo meno, così pare dalla fotografia). Se volessi utilizzare un’iperbole, scriverei che

IL BAGHER NON ESISTE!

Certo, come affermazione è un po’ forte ed azzardata. Del resto, se pensiamo al bagher, indicativamente sappiamo di cosa parliamo, ci aiuta la definizione stessa data da vecchi teorici dello sport:

Il bagher è il passaggio con le braccia della pallavolo.

Tuttavia, dovendo entrare più nello specifico, dovremmo dire che il termine “bagher” indica un gesto tecnico generico, non contestualizzato né specializzato. Certo, per chi fa delle chiacchiere sportive può bastare l’idea di bagher, ma per un allenatore che deve andare in palestra e lavorare in modo corretto non può essere sufficiente.

GT ContSpec

Per descrivere ed allenare correttamente di un gesto tecnico, abbiamo quindi bisogno di tre informazioni:

  • Gesto tecnico generico
  • Contesto
  • Specializzazione

Il gesto tecnico generico è, intuitivamente, il concetto di ciò che si vuol fare. Il bagher, il palleggio, la schiacciata sono alcuni esempi di gesti tecnici generici. Proprio quei gesti di cui possiamo parlare senza troppe pretese, fino a quando non dobbiamo predisporre un programma di allenamento. Il contesto è il fondamentale cui è applicato il gesto tecnico. La coppia formata da gesto generico e contesto fornisce un gesto tecnico contestualizzato, che è già allenabile, ma non descrivibile a tutto tondo. E’ infatti necessario, molto spesso, specificare delle varianti, altrimenti dette specializzazioni, per descrivere completamente il gesto tecnico.

Per chiarire meglio, torniamo all’esempio del bagher. Possiamo fare un elenco di bagher contestualizzati:

  • Bagher d’appoggio
  • Bagher di ricezione di servizio floating
  • Bagher di ricezione di servizio spin
  • Bagher di difesa
  • Bagher di recupero
  • Bagher in tuffo
  • Bagher d’alzata
  • Bagher offensivo

Da questo primo elenco, già si intuisce come, in effetti, parlare di bagher sia troppo riduttivo per il processo di allenamento. Infatti, i modelli tecnici si riferiscono a gesti tecnici contestualizzati. Sebbene vi siano delle analogie (ad esempio, il piano di rimbalzo è un concetto comune), è immediato capire come bagher d’appoggio e bagher di difesa siano “oggetti” ben differenti tra di loro: allenando solo l’appoggio, è impensabile avere miglioramenti diretti ed evidenti nella tecnica di bagher di difesa.

Prendiamo come ulteriore esempio il bagher d’appoggio. Se vogliamo allenare il bagher d’appoggio, abbiamo già tutti gli strumenti per farlo. Tuttavia, in alcuni casi è possibile voler svolgere un lavoro analitico ancora più preciso. E’ qui che intervengono le varianti:

  • Bagher frontale
  • Bagher laterale

Se parlassimo di recuperi, potremmo aggiungere anche:

  • Bagher rovesciato

Le varianti servono per un lavoro più specifico sui gesti contestualizzati, cosa fondamentale nelle giovanili, un po’ meno ad alto livello (se in serie A fanno bagher d’appoggio, raramente si mettono a lavorare intensamente solo sull’appoggio frontale o laterale).

Va notato come, di norma, la specializzazione sia indipendente dalla contestualizzazione. Un bagher è laterale quando le braccia sono oltre la linea delle ginocchia (o delle spalle, o dei piedi, a seconda dei modelli adottati), e questa definizione, ai puri fini classificativi, è indipendente dal fondamentale coinvolto. Tuttavia, un gesto tecnico generico specializzato ma non contestualizzato è inallenabile, pertanto inutile.

Da un punto di vista metodico, è importante capire fino a che punto è necessaria questa scientizzazione della tecnica e agire di conseguenza. Due esempi chiarificatori: nel caso di una squadra evoluta, forse la distinzione tra bagher d’appoggio e bagher di ricezione floating non sarà molto rilevante, visto che non si lavorerà spesso sull’appoggio in quanto tale, se non in eventuali esercitazioni globali con free ball. Con una squadra di U14, invece, si lavorerà molto spesso sulla distinzione delle varie varianti di un bagher d’appoggio.

Ai fini divulgativi, tuttavia, non ha senso generalizzare, poiché, come detto, la meccanica dei movimenti coinvolti in ogni gesto specializzato, seppur simile, è ben diversa da quella degli altri. Per avere un’idea molto esasperata, si pensi a quante volte mescoliamo il palleggio di ricezione di battuta flaoting (in cui richiediamo molta precisione ed un movimento simile al palleggio d’alzata) e quello di difesa (che, su palle forti, non è quasi definibile palleggio, tanto è convergente verso una parata calcistica).

Dal punto di vista applicativo, la distinzione ci permette di lavorare correttamente su ciò di cui veramente abbiamo bisogno. E’ inutile fare tanti appoggi, se vogliamo migliorare la difesa. Certo, esistono dei legami tra i vari gesti tecnici contestualizzati, così non è escluso che un lavoro intenso sulla ricezione di battuta floating possa portare anche a significativi miglioramenti dell’appoggio. Ma il punto principale di lavoro deve essere ben chiaro e definito, altrimenti si rischia di perdere tanto tempo (risorsa preziosa e limitata) ai propri giocatori.

In conclusione, quando procediamo con la programmazione di un processo di allenamento, dobbiamo sempre tener presente che l’oggetto inserito nel nostro programma (il gesto tecnico) sia ben definito, ovvero contestualizzato e, ove necessario, anche specializzato. Infatti, senza queste caratteristiche non disponiamo di gesti tecnici allenabili, ma solo di gesti tecnici adatti a chiacchiere da bar.

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