L’Opposto – Parte 1

Come logica conseguenza della mia precedente analisi in merito alle scarse conoscenze presenti in giro sul ruolo dell’opposto, proverò adesso ad esprimere il mio personale parere.

Volendo dare allo scritto un aspetto quanto più possibile saggistico, proverò a partire da alcune considerazioni che ritengo importanti nella gestione del ruolo. Per prima cosa, è necessario analizzare l’opposto in quanto ruolo, ovvero delineare i compiti principali che il giocatore che andrà a ricoprirlo dovrà essere in grado di possedere.

Essendo l’argomento piuttosto complesso, ho deciso che sarà diviso in “puntate”, come i veri editori. Nella puntata odierna si parla di:

  • Caratteristiche del ruolo
  • Modello fisico
  • Modello tecnico per difesa, appoggio, muro
  • Modello tecnico per l’attacco da prima linea

Caratteristiche del Ruolo

Ritengo che la caratteristica principale dell’Opposto sia il fatto di attaccare da destra. Sebbene sia una questione quanto mai ovvia, è anche vero che non possiamo pensare di prescindere da tale caratteristica. Essendo la pallavolo di qualsiasi livello (esclusi, al più, i più giovani settori giovanili) uno sport spazialmente asimmetrico, ci sono un paio di osservazioni da fare.

Anzitutto, specifichiamo cosa intendo con l’espressione “spazialmente asimmetrico”: mi riferisco al fatto che, di norma, le traiettorie di alzata non hanno le stesse caratteristiche spaziali a sinistra e a destra. Infatti il palleggiatore non gioca al centro, bensì leggermente spostato a destra. Questo è un fatto da non trascurare, in quanto implica che le traiettorie verso Zona 2 sono più corte e, come diretta conseguenza, spesso anche più tese. Prima di tutto, quindi, è bene osservare che raramente si vedono opposti attaccare palloni particolarmente alti, anche a livello medio-basso.

Una seconda considerazione è dettata dal fatto che la traiettoria di entrata della palla è “uscente”, rispetto a quanto accade, per un destrimano, da zona 4. In altre parole, quando attacchiamo da Zona 4, arriviamo alla fase di volo con la palla che viene verso di noi e possiamo anticiparla quanto preferiamo. Attaccando da Zona 2, invece, il braccio che colpisce è più esterno e, come conseguenza, gli anticipi hanno caratteristiche diverse e, spesso, sono più limitati. E’ altresì vero che, colpendo con la spalla destra, è più facile gestire palle lunghe (si gestiscono con una intrarotazione, più facile di una extra-rotazione, con il vantaggio aggiuntivo che, essendo il braccio destro esterno, può prendere ancora più campo verso l’esterno) e anche palle più attaccate a rete.

Una terza considerazione è il fatto che, nel 95% dei casi, le alzate che arrivano all’opposto sono rovesciate. Questo significa che, contrariamente a quanto si possa credere, non è automatica l’associazione dello schiacciatore più forte al ruolo di opposto. Infatti, è necessario prima di tutto che il nostro alzatore sia sufficientemente preciso e sicuro in questo tipo di alzata.

La quarta considerazione è sul vantaggio del giocatore mancino. Spesso si perde inutilmente un sacco di tempo per cercare una risposta convincente alla domanda: “Perché un giocatore mancino è facilitato nel giocare Opposto?”. La risposta che è, a mio parere, la più giusta, la più inappellabile e la più rapida, è questa: un giocatore mancino è avvantaggiato a schiacciare da Zona 2 allo stesso modo in cui un destro è avvantaggiato nell’attacco da Zona 4. Immagino le domande a catena che si potrebbero generare. Tuttavia, se non vogliamo entrare in questioni tecniche o biomeccaniche, il ragionamento, per di più del tutto sperimentale e filosofico, è molto semplice. Se il palleggiatore gioca a destra, se le alzate più frequenti sono in Zona 4, se le alzate in Zona 4 sono quelle che il palleggiatore alza in avanti (e non rovesciate), accettando anche l’ipotesi che la stragrande maggioranza dei giocatori è destrimana, allora dobbiamo per forza convenire che l’attacco da Zona 4 sia più facile per un destrimano. Come logica conseguenza, l’attacco più facile per un mancino deve essere quello da Zona 2. Altrimenti, sarebbe più logico giocare al contrario.

La quinta considerazione, importante, è che l’opposto gioca in diagonale rispetto al palleggiatore. Le logiche conseguenze sono che i due giocatori in questione non saranno mai entrambi avanti o entrambi difensori, ma sempre sfalsati. Altra osservazione, banale, è che, quindi, l’esistenza dell’opposto implica la presenza di un solo palleggiatore e, inoltre, la necessità di un palleggiatore implica la presenza in un solo opposto.

La quinta considerazione è sul fatto che l’Opposto non riceve e attacca anche dalla seconda linea. Se la prima caratteristica è di facile interpretazione, sulla seconda è necessaria una meditazione. L’attacco da seconda linea, sebbene non obbligatorio (nulla vieta di spostare, ad esempio, uno schiacciatore) è la conseguenza più logica della concezione del ruolo. Un giocatore che non riceve deve comunque poter restare in partita in qualche modo. Per di più, se non riceve, deve quanto meno avere una caratteristica aggiuntiva, che, nel caso specifico, deve essere la capacità di attacco da seconda linea.

Dovendo, quindi, descrivere nel minor numero di parole possibili le peculiarità dell’opposto, sceglierei la frase: l’opposto è il giocatore che attacca più spesso. Penso che questo sia il punto di partenza per la modellizzazione del ruolo.

Modello fisico

Il discorso dell’altezza credo possa essere determinante solo a partire da un certo livello in poi. Le peculiarità fisiche, infatti, devono essere altre. Partendo da quanto detto, ritengo che l’aspetto fondamentale per un opposto sia l’incisività dell’attacco. Quindi, potenza di braccio ed elevazione.

Modello tecnico

Proverò a rispondere alle domande che mi ero posto.

Quali sono i fondamentali in cui è necessario sia preparato? (questa, forse, è la domanda con risposta più facile, visto che la si deduce dal gioco)

Dall’analisi appena fatta, penso sia chiaro che il fondamentale “fondamentale” (scusate il gioco di parole) è l’attacco.

Quanto incide la capacità di attacco da seconda linea nella scelta?

Incide non poco, perché altrimenti significa che stiamo creando un opposto “a metà”, che passa mezza partita a non far niente.

Quanto incide la capacità di difesa nella scelta?

La capacità di difesa è importante, ma penso non possa entrare a far parte delle caratteristiche di un ruolo come l’opposto. Sarebbe come scegliere l’alzatore in base alla difesa.

Quanto incide la capacità di appoggio?

L’appoggio non incide sulla determinazione di un ruolo, quanto nella determinazione di un giocatore in grado di giocare a pallavolo anche solo a livello basilare.

Quanto incide la capacità di muro?

La capacità di muro è un fattore da non sottovalutare, sebbene non ne abbiamo ancora parlato molto. L’opposto è, infatti, quello che deve tenere la guida del muro sullo schiacciatore avversario, ossia su palle con tempi differenti, traiettorie differenti e, comunque, molto frequenti.

Normalmente non sono necessari grandi spostamenti, quando una ottima capacità di orientare il piano di rimbalzo e di scegliere il tempo di salto.

Da dove parte la rincorsa? Qual è l’angolo di entrata rispetto alla rete? Quanto caricano le gambe? Quanto carica il braccio? Come varia il tutto tra prima e seconda linea?

Questa è una delle domande a mio avviso più interessanti e che più stanno creando confusione nell’allenamento di questo ruolo. Ci sono almeno due correnti di pensiero:

  1. La rincorsa deve partire da dentro, per poter avere una maggiore apertura del busto
  2. La rincorsa deve partire da fuori, poiché la velocità impressa alla palla, avendo direzione più simile a quella della rincorsa, è maggiore

Inutile negare che si sono visti e si vedono tutt’ora giocatori di altissimo livello eseguire la rincorsa in questi due modi. Rimane però da stabilire quale dei due modelli tecnici sia più efficace al giorno d’oggi.

Partiamo dall’analisi dell’alto livello, sfruttando dei Video Tecnici dei mondiali maschili 2006.

Anzitutto, il caso più semplice, ossia l’opposto mancino, che ha rincorsa speculare a quella in Zona 4 per un destrimano. La partenza è quindi molto allargata. E’ il caso dell’opposto del Brasile.

Prendiamo ora, ad esempio, l’opposto italiano, Alessandro Fei.

Osserviamo che la rincorsa per l’attacco da prima linea parte comunque leggermente da fuori dal campo, mentre, da seconda linea, la traiettoria parte dall’interno e tende ad allargarsi leggermente.

Opposti Rincorse

In realtà si osservano diverse realtà, tra le diverse scuole di pensiero. A titolo di esempio ulteriore, due casi un po’ più delineati: un opposto che attacca sempre partendo da fuori (Russia) ed uno che attacca sempre partendo sempre leggermente dentro (Serbia).

E’ quindi il momento di trarre conclusioni. Come già penso di aver chiarito, la rincorsa dell’opposto è l’aspetto più discusso di tutto il ruolo. Qual è il modello tecnico più valido? A mio avviso, non siamo ancora, ad oggi, in grado di dare una risposta certa e il motivo è che troviamo, ad alto livello, applicazione di entrambi i modelli proposti in misura più o meno eguale. Rimane quindi l’aspetto personale e soggettivo. Io, per esempio, preferisco sempre una rincorsa leggermente aperta (come fa Fei da prima linea), per almeno due motivi:

  1. Il giocatore va verso la palla, non la insegue
  2. Supponendo che il giocatore imprima una forza al pallone dovuta al proprio corpo (e quindi con direzione di rincorsa e verso diretto verso il campo avverso), con una rincorsa che parte da fuori facilitiamo la trasmissione di tutta la prima forza alla seconda

Anche dalla seconda linea prediligo questa modalità di rincorsa, anche se noto che, a livello personale, ci sono preferenze non del tutto trascurabili.

Diamo uno sguardo, più rapido e, per altro, basato sull’osservazione dei video tecnici, anche di altri aspetti dell’attacco da prima linea:

  • La traiettoria della rincorsa deve portarci ad entrare verso rete con le spalle in Zona 6 avversaria
  • L’apertura del torso è quasi assente, a favore di un minore ma rapida apertura della spalla destra
  • Caricamento di gambe e braccia è più simile a quello di un attacco da Zona 4, piuttosto che a quello di uno da Zona 3

E la seconda linea?

L’insegnamento dell’attacco da seconda linea è, purtroppo, un campo ancora più mistico di quello della prima linea. Posso imputare questo fatto a due fattori:

  1. Molti allenatori lavorano prevalentemente nel femminile, dove questo tipo di attacco, anche a livelli medi, paga poco
  2. Molti allenatori danno per scontato che l’attacco da seconda linea sia identico a quello da prima

Per il momento concludo qui l’appuntamento, aspetto vostre idee, pareri e commento, poi procederò con il mio esame.

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30 commenti su “L’Opposto – Parte 1”

    1. Concordo con tutti per l’estremo interesse verso l’argomento, provo a portare le mie convinzioni dopo aver visionato migliaia di volte le esecuzione degli opposti di varie nazionali. L’esecuzione che prediligo è quella dell’opposto della Serbia per la naturalezza dei movimenti con cui si porta i colpi siano di parallela che di diagonale. Naturalmente parliamo di opposto destrimane che applica da posto 2 una rincorsa simile a quella che si applica in posto 4, ci tengo a sottolineare simile e non uguale. Partendo sulla linea laterale l’attaccante potrà tirare in modo naturale la parallela lasciando che l’alzata gli arrivi davanti alla spalla destra e con una leggera torsione del tronco potrà invece tirare i diagonali. Cosa fondamentale che mi fà propendere per questa soluzione è che così facendo non si deve mai attaccare in extrarotazione come invece devono fare tutti gli opposti con rincorsa esterna per attaccare in parallela sottoponendo la cuffia dei rotatori e tutto il complesso della spalla ad un superlavoro molto pericoloso.
      Ciao a tutti

  1. Sinceramente prediligo che l’opposto effettui una rincorsa interna (Serbia) in caso di destrimano……per quanto riguarda l’attacco da 2^ linea ritengo necessario sia dotato di grande elevazione e/o comunque buona manualità e distensione del braccio, poi se è uno bravo a giocare con le mani del muro, allora tutto il resto non conta!!!
    Ciao Andrea

  2. Guardando il video dell’opposto della Serbia mi viene da notare che , prendendo in considerazione la direzione delle spalle all’arrivo a rete, si verificano due casi:
    – arriva spalle parallele a rete, quindi con il colpo dritto in parallela
    – all’ultimo passo di ricorsa effettua una rotazione del busto per arrivare con le spalle girate in zona 6, colpo dritto in zona 6, cosa che invece avviene naturalemtne con la ricorsa dall’esterno.
    Ora da questo video non si puà estrapolare un modello di rincorsa però questa la mia impressione: se devo girarmi con il busto (perdendo quindi potenza e stabilità in volo) per “forzare ” le spalle in zona 6, non conviene già partire con la rincorsa in direzione di zona 6 (dall’esterno quindi)? Arrivando con le spalle parallele a rete non ci togliamo qualche colpo in attacco?

  3. Ho 20 anni, sono mancino e gioco da opposto da quando ne ho 14. Leggendo l’intervento sulla specializzazione dei ruoli devo dire che sono d’accordo con te nel sostenere che nelle giovanili i giocatori non devono ancora essere specializzati.
    Per quanto riguarda le teorie sulla rincorsa per l’attacco da posto2 devo dire che a mio parere non può esistere uno schema preciso di attacco in quanto tuto è soggettivo: io per esempio utilizzo una ricorsa in diagonale che parte fuori dal campo, tipo quella dell’opposto brasiliano. Questo perchè con questa rincorsa riesco a sfruttare al meglio tutti gli angoli di tiro: il mio colpo preferito è la parallela quindi al momento dello stacco controlo il muro e se ce l’ho libera giro la palla sul lungo linea altrimenti ho già il corpo posizionato per attaccare in diagonale.
    Prendendo una rincorsa “alla Fei”, arrivo con il corpo posizionato per la parallela quindi se me la dovessi trovare coperta dovrei girare la palla sulla diagonale con un movimento del braccio piuttosto innaturale, perdendo di incisività.
    Quando attacco da posto4 la mia ricorsa è comunque una rincorsa diagonale che però inizia appena dentro il campo mentre per gli attacchi da seconda linea utilizzo una rincorsa perpendicolare alla rete.

    1. ciao Marco volevo chiederti se potevi spiegarmi dove deve stare l’opposto durante l’intera partita.
      sono diventata da poco opposto e vengo ogni volta sgridata dal mio allenatore perchè non ho ben capito dove devo andare.
      me lo potresti spiegare??? Ho letto cosa c’è scritto sopra ma non mi convince..
      Grazie

  4. Riguardo alla prima linea, il tuo discorso è totalmente standard, poiché tu sei mancino. Invece è interessante capire il motivo per cui fai rincorsa perpendicolare a rete da seconda linea.

  5. Hola. Les escribo desde Argentina.
    Felicitaciones por la página. Solo un comentario, y es que habría que escribir paralelamente sobre el voley masculino y el femenino..
    Yo soy entrenador de mujeres y dicto cursos, y por ello estoy haciéndolo ahora, ya que hace falta teoría sobre el femenino que ayude a no copiar del masculino erróneamente sistemas y conceptos.
    SALUDOS
    JOSE FOTIA

  6. Interessante per discutere, ma permettetemi di dissentire su alcune cose:
    1- Il fatto che anche a bassi livelli le traiettorie verso 2 siano più tese. Beh, credo che questo non sia esatto, certo a patto che non prendiamo come esempio Fei e André che, pur essendo due tra i massismi esponenti mondiali del ruolo, non si possono definire certo due opposti, nel senso di attaccanti di palla alta, quelli cui si affida la ricostruzione col muro a tre di fronte. Anzi, vorrei dire che proprio l’aver travisato questo fatto porta a vedere cose stranissime a basso livello, tipo attaccanti di posto 2 costretti a inseguire la palla e tirare colpi a braccio semiesteso al 40% della forza solo perché il loro allenatore pretende di giocare come il Brasile, dimenticandosi di non aver Ricardo o Marcelo a disposizione. Non è un caso comunque che nei contrattacchi il Brasile usi André spesso e volentieri su cambiopalla e quindi con palla non scontata, e per il contrattacco usi spessoe volentieri Giba o addirittura uno dei centrali, visto che la qualità del suo gioco glielo permette. L’opposto ha la caratteristica di giocare la palla alta, è il giocatore da palla da ricostruzione, che spesso si trova di fronte il muro piazzato, e poiché a basso livello è comunque spesso l’attaccante più forte e più potente, viene servito con palla alta proprio per sfruttare le sue caratteristiche;
    2- Il modello tecnico della rincorsa. Ce n’è uno, e quello è: perpendicolare a rete per il destro, esterno per il mancino. La rincorsa esterna per il destro è insensata e deleteria, a basso livello perché preclude il colpo non in direzione di rincorsa, e costringe lo schiacciatore a tirare la parallela esclusivamente in extrarotazione, con la conseguenza devastante di distruggere la cuffia di giocatori spesso poco allenati dal punto di vista della prevenzione. Pazienza poi se Poltavsky la fa: col fisico che ha può permettersi quello che vuole, ma rappresenta comunque un’eccezione che non può essere presa a modello. Un po’ come Fabio Vullo per la frontalità del palleggio: forse il più grande palleggiatore al mondo degli ultimi vent’anni, ma non certo un modello tecnico da prendere a esempio a giocatori di basso livello o comunque in età evolutiva.
    Poi, si può discutere eh…

  7. Grazie per il commento (francamente, non ho capito se ci sia dell’ironia nel tuo nickname), ma permettimi di ribattere su entrambi i punti.

    1. Il gioco “più teso” non vuol dire teso come lo fa il Brasile. Se poi alcuni allenatori fanno alzare palle tese e non sanno insegnare ai giocatori come gestirle, è un altro discorso. C’è la giusta misura in tutto. E poi non è vero che all’opposto si affidano le ricostruzioni, perché anche gli schiacciatori hanno un ruolo molto importante da questo punto di vista. E comunque il giocare palle più tese non prescinde dalla gestione della palla alta, che è fondamentale così per gli opposti come per gli schiacciatori. Forse avrei dovuto essere più preciso, in effetti, perché non è da intendersi che gli opposti a basso livello dovrebbero giocare super dietro anche su ricostruzione.

    2. Nessuno parla di rincorsa esterna come ne parliamo da zona 4, per carità. Premesso che, per me e molti altri che conosco, il concetto principe è l’angolo di entrata con le spalle a rete (tanto è vero che dopo ricezione ormai nessuno schiacciatore fa rincorse con partenze particolarmente aperte), a mio avviso partire “leggermente” aperti, vedi Fei, può avere vantaggi sui colpi tirabili e sulla potenza di colpo. Riguardo all’extra rotazione, non capisco. E’ come se mi dicessi che non si debba tirare la diagonale media o chiusa da zona 4 perché se no si fanno male gli extra rotatori. E’ come se mi dicessi che il palleggiatore non deve saltare se no si fa male alle ginocchia. La prevenzione è un discorso che esula dalla tecnica, a patto ovviamente che la tecnica non sia talmente traumatica da diventare eccessivamente percicolosa.

  8. …dunque:
    -il nickname non è ironico, purtroppo…
    -sull’opposto, messa così mi sembra più plausibile.
    -sulla rincorssa invece ci sono considerazioni precise. Che la prevenzione esuli dalla tecnica, perdonami, ma è una grande balla. Negli ultimi anni la tecnica si è evoluta man mano che si acquisivano maggiori conoscenze in termini di fisiologia. Chi ha qualche capello bianco in testa sa che fino a fine anni ottanta in posto 4 si insegnava la rincorsa dritta per tirare in parallela e diagonale per tirare in diagonale, o peggio si insegnava la rincorsa a uscire, spesso e volentieri poi rovescia perché predominava la scuola dell’est, i cui interpreti maggiori erano appunto rovesci. Risultato, si è scoperto che la causa principale degli infortuni alle ginocchia era proprio il modello tecnico di rincorsa, tra l’altro biomeccanicamente svantaggioso, e quindi si è passati ad altro. Checcentra poi scusa dire che non si può tirare la diagonale stretta in extra rotazione da 4? Apparte che da 4 per tirare in diagonale stretta in extrarotazione devi tirare sui 2 metri, cosa che in una partita anche Marshall fa sì e no 3 volte, comunque l’angolo di apertura della spalla non sarà mai quello che deve avere un destro per tirare in parallela da 2 con rincorsa diagonale. Non è neanche lontanamente paragonabile lo stress che devono subire i legamenti nelle due situazioni. Poi, se uno vuole fare fare la rincorsa aperta per tirare la parallela e al contempo essere costretto ai superlavori di prevenzione, faccia pure, ma, ha senso? E’ economico in termini di tempo? Io credo di no. E poi tirare in paralella da 2 fuori rincorsa è pure più difficile, non lo fa neanche Miljkovic, che rimane, forse inseieme a Stanley, l’opposto più forte attualmente senza ombra di dubbio.

  9. Alleno nel femminile, vedo entrambi i tipi di rincorsa, ho insegnato entrambi i tipi di rincorsa, non credo che in questo argomento ci sia la verità assoluta, avete spiegato bene perchè usare uno o l’altro tipo. Colui che ignora potrebbe informarci dove ha trovato il materiale su questi devastanti danni sull’attacco in extrarotazione? Per me da zona 4 la diagonale stretta si tira in extrarotazione e parlo anche dei 4 metri, visto che il colpo dritto sulla palla va verso la diagonale, credo che i 4 metri siano già in extrarotazione con rincorsa sempre in diago. Il discorso dei danni mi sembra un po’ esagerato.

  10. Non è materiale, è esperienza diretta. La verità assoluta non c’è (la Glinka è rovescia, Ganev era rovescio, Poltavsky tira con la rincorsa diagonale, Vullo palleggiava non frontalmente, eppure…), però esiste UN modello tecnico, e se c’è esiste un motivo, biomeccanico e fisiologico. Il fatto che nel mondo ci sia varia umanità e ognuno faccia quel che vuole, non significa assolutamente nulla; poi, ognuno può continuare a fare quel che vuole, non sarà certo perché lo dico io che bisogna cambiare. Ma se vogliamo parlare di MODELLO TECNICO, se si parla di quello che si trova sui libri più recenti o se si ascolta andando a sentire i vari Giannetti, Schiavon, Baldovin, Pedullà, Mencarelli e via discorrendo, allora si parla di cose precise e non di altre. Poi bisogna intendersi: se si intende per danni devastanti una squadra intera che si rompe, sono d’accordo, non succede, ma per quel che mi riguarda, basta che una mia atleta stia fuori per due mesi perché ha il sovraspinoso sfilacciato per una rincorsa mal eseguita per parlare di danni molto seri. Se agli altri non succede, bene, complimenti, ma quella volta che succede è tardi, e personalmente preferisco evitare.

  11. Guarda, voglio prometterti una cosa perché, come ben tu ci dici in partenza, siamo tutti ignoranti (io per primo). Andrò ad informarmi di più su questo. Ti devo però dire che non credo che si possa pensare ad una rincorsa fronte a rete con entrata verso zona 5, perché allora ti elimini veramente del tutto l’extra rotazione, perché in quel caso una minima extrarotazione fa finire la palla fuori. Però, ripeto, prometto che mi informerò meglio a breve.

    Tu intanto potresti concederci di firmarti con il tuo nome?

  12. Per quello che serve…Davide Cavinato.
    Comunque, continuo a non capire la necessità dell’extrarotazione per il colpo dell’opposto. E’ proprio questo il punto, con la rincorsa dritta extraruotare non serve: il colpo è più facile, danneggia meno i legamenti, è più potente e consente tutti gli angoli del campo, in quanto la parallela e il manofuori si equivalgono, e la diagonale stretta è in perfetta intrarotazione, quindi sfruttando la naturale torsione del busto che si gira solidalmente con il braccio che colpisce, parlando sempre di destrimani. In questo Miljkovic, universalmente riconosciuto come il più forte al mondo nel suo ruolo, è esemplare.
    Comunque, mi scuso se il toono è parso un po’ apodittico…io vi pongo quello che viene dal mio percorso, da 10 anni spesi a tirare palloni dal minivolley alla serie B1. Il fatto che se ne discuta e che comunque esista un luogo come questo in cui si prova di dare un po’ di sistematicità laddove spesso esiste solo tanta buona volontà e ancor più spesso, forse nemmeno quella, è un fatto assolutamente da sottolineare più che positivamente.

  13. Ciao, quoto questo passaggio dell’ultimo intervento di Davide

    “la rincorsa dritta extraruotare non serve: il colpo è più facile, danneggia meno i legamenti, è più potente e consente tutti gli angoli del campo

    per dire che mi pare un’osservazione ragionevole. per quanto mi riguarda ho qualche riscontro empirico in proposito. ho giocato una quindicina d’anni come schiacciatore laterale (quando ancora si chiamava “banda”) in categorie minori (D, C) e in seguito – allenando e giocando in formazioni amatoriali – mi sono interessato di più anche agli attacchi da zona 2 e devo dire che in effetti – avendola provata personalmente – mi pare che un’entrata troppo larga dell’opposto possa creare problemi ai comuni mortali che colpiscono in extrarotazione per cercare la parallela con la spalla destra rivolta verso la rete; diversamente, con una rincorsa più frontale ti restano più opzioni senza ricorrere a movimenti troppo forzati (fra l’altro, per un posto 4, in sostanza tutto abbastanza compatibile con gli automatismi già acquisiti). Sempre per i comuni mortali, mi pare di poter dire che un’entrata più larga in zona 2 possa essere utile solo in particolari situazioni di muro nelle quali si intenda forzare al massimo la diagonale per sfruttare una “finestra” nella direzione della rincorsa.
    Questa almeno la piccola esperienza che mi pare di aver registrato personalmente in palestra.

  14. Quoto ankio Davide
    “la rincorsa dritta extraruotare non serve: il colpo è più facile, danneggia meno i legamenti, è più potente e consente tutti gli angoli del campo”

    Io gioco come opposto non ad altissimi livelli e opto per una rincorsa perpendicolare, più che altro per la mia scarsa potenza di tiro in extrarotazione a cui magari sei cmq costretto in caso di alzate troppo verso il centro (bisogna anche pensare che a medio-bassi livelli le alzate non sono sempre precisissime stile cyborg della serie A)

  15. Non credo che l’intrarotazione sia tanto meglio della extrarotazione …. purtroppo, trattandosi di movimenti explosivo-balistici, il controllo degli antagonisti è molto ridotto (se non nullo) quindi la “resistenza” passiva è determinante …. oppure servono strutture “semi-controllate” da cui, probabilmente, derivano i movimenti “parziali” con braccio non completamente esteso.

  16. la ringrazio per questo chiaro e sintetico testo in cui spiega le varie differenze dell’opposto. la ringrazio inoltre perchè essendo opposto ora sò come cmportarmi in seconda linea

  17. Scusate se mi intrometto ma io credo che indipendentemente da dove si decida di tirare la rincorsa dovrebbe essere sempre la stessa. Se un opposto fa una rincorsa dal posto 2 con le spalle rivolte in zona 6/1, l’extrarotazione non è eccessiva e quindi i potenziali danni alla cuffia sono molto limitati. Diciamo piuttosto che imparare tecnicamente il suddetto colpo non è facile e non tutti ci riescono. Personalmente ho giocato 18 anni tra B2 e B1 preferendo sempre l’extrarotazione dal 2 e oggi a 41 anni non mi porto dietro sti grandi danni alla cuffia. Attaccare dal 2 con rincorsa dritta in 5 presuppone che si sia in grado di passare sopra e se poi devo usare l’intrarotazione non è che sia molto meno traumatico. La cosa fondamentale rimane non trascurare la prevenzione, il potenziamento, l’addestramento al salto e soprattutto alla ricaduta, cosa quest’ultima che non fa quasi nessuno. Io ai miei ragazzi cerco comunque di insegnare tutti i colpi poi comunque ognuno svilupperà delle preferenze.

  18. Andrea,
    bellissimo questo blog.
    Mi piacerebbe avere il tuo parere in merito al mio problema. Sono un’opposta di 18 anni.
    Mi hanno iniziata da opposto già dal giovanile che ho fatto ad alto livello (tipo partecipazione ad alcune finali nazionali under) in quanto ho sempre avuto un gran braccio, elevazione e altezza (187cm), attacco da seconda linea. La difesa mi è stata inculcata poco (sono abbastanza scarsa), la rice ancora meno, la battuta ce l’ho flottante buona . Oltre al giovanile ho giocato gli ultimi 2 anni anche in B2 con buoni risultati.
    Quest’anno gioco in una B1 dove mi avevano quasi garantito di utilizzarmi come opposto titolare dopo il provino di questa estate.
    Durante le prime partite scopro che il mio allenatore gioca con l’opposto ricevitore (tipo Macerata maschile) in base ad una sua filosofia personale, che mi piacerebbe sapere quali fondamenti storici ha. Morale, visto che dimostro subito di essere scarsa in rice, vengo bellamente sostituita da una banda (abbastanza scarsa in attacco) che però ha una buona rice. La squadra avrà sì un buon equilibrio in ricezione, ma tira molto il fiato in attacco. Morale, non so che fare, mi piacerebbe tanto giocare, e penso che potrei dare il mio supporto. Penso, però di essere stata “eliminata” dal mio coach che mi ha detto che aspetta (e spera) che migliori dietro per farmi giocare.

  19. Daniela, aspettando la risposta di Andrea (persona molto preparata), credo che nelle tue affermazioni ci siano già tutte le risposte.
    La specializzazione dei ruoli, secondo il mio modesto parere, non dovrebbe essere troppo esasperata a meno che non ci si trovi di fronte a fenomeni tali che a 16 anni sono già nel giro delle squadre più importanti.
    Ho conosciuto ragazze centrali (o opposte) giocare in serie C e non saper ne ricevere ne tantomeno difendere, solo che, sopratutto nelle categorie medio basse le stesse venivano poi utilizzate anche poco in attacco ( sappiamo che l’opposto è il giocatore che statisticamente attacca più palloni, ma in seconda divisione sta un set intero senza toccare palla).
    Risultato? Potenziali buone giocatrici, relegate alla panchina o peggio.
    Anche io ricevo con l’opposto perchè è bravo in tutti i fondamentali, perchè ha continuato a perfezionarli anche quando si è “specializzata”.
    Sei ancora giovane chiedi al tuo allenatore di farti recuperare il “tempo perduto” e se questi è una persona valida e lungimirante non potrà che accontertarti.

    saluti

    1. Ciao, come ho già risposto a Daniela per email…l’unica soluzione è darci dentro con la ricezione! Magari non diventerai una “macchina” nel giro di poco tempo, ma con della volontà credo si possa arrivare ad un livello quanto meno sufficiente in non troppo tempo…buon allenamento!

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