Ieri sera ultima partita di campionato. Racconto un fatto “divertente” che mi è capitato, che mi ha dato modo di conoscere una nuova sfaccettatura del nostro sport.
Saltiamo a muro, tocchiamo la palla, che finisce fuori. L’arbitro non vede e assegna il punto a noi. Il mio giocatore alza la mano e afferma di aver toccato il pallone a muro. L’arbitro, ad ogni modo, non accetta il nostro “mea culpa” e decreta il punto alla nostra squadra. Stessa situazione ripetuta più o meno altre due o tre volte. A scanso di equivoci, preciso che le piccole sviste (in effetti, non troppo evidenti e, se posso permettermi, ininfluenti sul risultato finale) sono state decisamente influenzate da una palestra particolarmente soleggiata e dal fatto di essere da solo.
Ma non sono le sviste la grande scoperta (ebbene no, non critico gli arbitri questa volta!), è il fatto che l’arbitro non abbia modificato la propria decisione. A fine set, sceso dal seggiolone, il giudice di gara è venuto presso la nostra panchina (e poi ha ripetuto lo stesso messaggio ai nostri avversari) a comunicare che: “Se non la vedo io, non posso fidarmi di quel che dite voi“. Un po’ incredulo, la sera stessa ho cercato confronti anche in altri colleghi e amici. Ebbene, ho scoperto proprio quanto segue: non si danno consigli agli arbitri. E se questi, dopo aver decretato il punto, cambiano decisione su consiglio di un giocatore, sbagliano.
Il punto cruciale è presto detto: l’arbitro deve poter mantenere una certa distanza dalla gara, che, come mi è stato spiegato, non è democrazia. I giocatori giocano, gli allenatori allenano, gli arbitri giudicano e decidono. Punto e basta. E’ un aspetto curioso, a cui non avevo proprio mai neanche lontanamente pensato. Non voglio esprimere giudizi: posso comprendere lo spirito della norma, pur non condividendola appieno. L’ho oggi riportata solo perché mi ha incuriosito.
Potrei aver capito male, sia chiaro. Ad ogni modo, la discussione è aperta. Così è, quindi, se vi pare.
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Atteggiamento sportivo del giocatore che parla di un proprio errore
anche se sfavorisce la sua squadra e giusto che l’arbitro faccia fede
a quello che vede, interpreta e decide in modo autonomo.
Una possibilita’ per mettere le cose a pari e’ regalare la palla agli
avversari sbagliando apposta la battuta come succede nel calcio
che si restituisce la palla agli avversari quando l’hanno messa fuori
per fermare il gioco.
La cosa incredibile e’ che ci sia difficolta’ diffusa nell’essere sportivi verso l’arbitro,
soprattutto nelle categorie giovanili:
-puo’ sbagliare anche lui
-l’errore arbitrale e’ insito nello sport.
C’e’ un’associazione, un forum o un sito sugli arbitri di pallavolo?
Ciao
La cosa più sconcertante secondo me è questa: io tocco a muro, urlo “tocco”, la palla va fuori,io alzo la mano guardando l’arbitro che mi guarda a sua volta, lui fischia perchè nel frattempo la palla cade fuori dal campo e da punto a noi. Allora, secondo me è giustissimo che se l’arbitro fischia e ci da punto, non può cambiare idea dopo un “mea culpa”, ma non sono affatto d’accordo che se tu glielo dici prima del suo fischio o della sua assegnazione del punto (con il relativo gesto della mano) lui non possa dare punto agli altri. Non capisco il senso: l’arbitro non vede il tocco a muro, tu giocatore glielo segnali prima che questo fischi e faccia il gesto attributivo del punto con la mano, lui non può dire: ah no, io non do il punto agli altri perchè non ho visto. Capisco il concetto (e approvo) che le decisioni arrbitrali non si cambiano, ma qui si parla di PRIMA della decisione.
Il “prima o dopo” il fischio non cambia la mia opinione.
E’ una questione di compiti: l’arbitro e’ in campo per giudicare
(qualcuno lo deve fare) e il giocatore per giocare.
Per assurdo, pensa se un giocatore decidesse
di danneggiare apposta la sua squadra perche’
l’allenatore lo sta per cambiare o gli sta sulle scatole…
oppure quante volte ti sara’ capitato di pensare di
aver toccato la palla, ma in realta’ non hai toccato nulla
e se va a rivederti in video e’ chiaro che non hai toccato la pallla….
La cosa strana e’ che se un giocatore di accusa di un fallo
(sfavorendo la propria squadra), magari e’ capace anche di
prendersela perche’ l’arbitro non ha fischiato come voleva lui…
E’ chiaro che dare una mano all’arbitro e’ una cosa utile per tutti.
Ci avrei scommesso che le sviste erano “in effetti, non troppo evidenti e, se posso permettermi” e soprattutto “ininfluenti sul risultato finale” :E
Abbiamo vinto noi però 😀
Io alleno in Svizzera… da noi nel giovanile e a medio-basso livello é normale aiutare gli arbitri, ad esempio indicando la palla dentro se li si vede indecisi. É chiaro che lo si fa soprattutto nei momenti non decisivi, ma é già meglio di niente a livello educativo e di fair-play. Succede anche che gli allenatori facciano cambiare loro la decisione, ad esempio se su ricezione é a filo rete il palleggiatore in penetrazione la tocca dall’altra parte e l’arbitro non fischia. A volte (di rado) capita che siano proprio loro a chiedere se un giocatore a muro abbia toccato la palla, e questo invece non va assolutamente bene.
Caro Andrea, queste situazioni si ripetono puntualmente in ogni campo di gioco, in ogni serie e categoria, con qualunque arbitro(sia di fascia A che “spine”). Il problema, secondo me, si risolverà solo con il cambiamento al vertice dei dirigenti nazionali della classe arbitrale. Personalmente la situazione mi è capitata molte volte, sempre con lo stesso risultato. Una sola volta mi è successo di vedere “l’impossibile”: ad un torneo under 13 che si chiama Trofeo dell’Adriatico di solito giocato in estate in Veneto(Chioggia, o da quelle parti…) un arbitro, dopo aver parlato con il secondo e con un giocatore, si è voltato verso il pubblico chiedendo scusa ed ha cambiato la sua decisione innescando un’ovazione in piedi del pubblico…. Purtroppo il fair play è ancora ad uso dei soli giocatori(quelli signori…)
Ciao a tutti,
ho scoperto da poco questo bellissimo forum.
Grazie.
Due parole da arbitro con velleità di allenatore amatoriale.
Quando dal seggiolone mi rendo conto di una situazione come quella descritta sopra, mi piange il cuore; innanzitutto perchè io non ho visto il tocco a muro (probabile errore di valutazione? tocco impossibile da vedere dalla posizione dell’arbitro?), poi perchè mi rendo immediatamente conto che il tocco viene dichiarato da un giocatore, anche se io nn l’ho ravvisato. a questo punto mi tocca dare palla fuori, anche se è chiaro a tutti che il tocco è avvenuto.
Sono situazioni che capitano abbastanza spesso purtroppo, ma vorrei farvi riflettere sul concetto più generale di autorevolezza dell’arbitro con una domanda: se ogni volta che un giocatore ammette di avere commesso un fallo, un tocco, una doppia, una invasione, l’arbitro lo prendesse per buono, che informazione passerebbe? (faccio come da Marzullo, faccio la domanda e mi dò la risposta)
passerebbe l’idea di un direttore di gara che nn sa decidere e basta “urlare” un po’ più degli altri per cercare di condizionarlo. Ben venga quando il tutto è in buona fede (e credo che nella maggior parte dei casi lo sia), ma vi assicuro che in alcune situazioni il fair play va a farsi benedire. Quindi, da giocatore preferisco un arbitro che nn dia ascolto a quello che sente in campo; da arbitro cerco di vedere il più possibile, anche se tutto proprio non riesco…
Scusate per la lungaggine
un saluto
tommy
PS non riesco a trovare su questo forum informazioni (se ce ne sono) sullo schema di gioco con la diagonale Palleggiatore-centrale, come giocava il Conegliano di A1f nella passata stagione. dove si trovano??