Sisley Treviso Campione d’Italia U18M

Dopo una finale intensa, combattuta e veramente bella da vedere, la Sisley Treviso si è aggiudicata il titolo di Campione Italiano U18 Maschile. Un 3-1 che ben poco fa intendere, rispetto a quanto la partita sia stata in effetti combattuta punto su punto, azione dopo azione.

E dire che la Sisley non era partita poi così bene: terzo posto nel proprio girone, dietro a Brugherio (vera sorpresa del torneo) e Trento. Da lì in poi, solo vittorie, fino al meritatissimo ultimo punto nella finalissima, svoltasi a partire dalle 17.30 circa in quel del Palasavena, che già aveva ospitato, con successo, le Final Eight di Coppa Italia femminile, a marzo.

Non entrerò troppo nella cronaca, anche perché tutti i risultati sono disponibili e rimarranno tali sul sito ufficiale della Legavolley (link diretto ai risultati di uno dei gironi).

Vorrei invece sfruttare questo spazio per una riflessione sulla pallavolo giovanile maschile, su cui soffia aria di crisi (almeno dalle mie parti), ma che riesce ad esprimersi a livelli altissimi in giro per l’Italia. Ho fatto una analisi su 6 partite (le 4 finali, più 2 semifinali) in merito ai punti fatti e subiti: qualcuno, in effetti, mi guardava un po’ incuriosito, un semplice visitatore sugli spalti con carta e penna, ma fa lo stesso. I risultati saranno chiaramente pubblicati su questo spazio, nei prossimi giorni. L’analisi riguarda il modo di fare e subire punto delle varie squadre, in modo da verificare anche il conteggio degli errori.

Credo che, per chi desideri allenare nel giovanile, sia importante analizzare il proprio riferimento. Perché, senza girarci troppo attorno, la finale nazione è il riferimento per il lavoro con ogni gruppo di quell’età. Il livello a cui dobbiamo puntare. Sono stato un po’ sorpreso dello scarso interesse dei molti giovani allenatori della provincia: per lo più, ho visto solo “grandi nomi” tra gli allenatori dell’Emilia Romagna.

Avendo visto più di 10 partite nei vari giorni, posso buttare giù qualche idea che ho ritrovato sistematicamente, per iniziare la modellizzazione. Partiamo con gli aspetti tattici:

  • Sistema di gioco 5-1
  • A muro, ricostruzione spesso affidata al centrale od al libero (escludendo l’alzatore, si intende)
  • In cambio palla, gioco rapido sia esternamente (Super, anche se alcune squadre usavano una palla più morbida), primi tempi avanti e dietro al palleggiatore, tesa al centro.
  • In fase break, importanza dell’attacco di palla alta
  • Muro a due sistematico, spesso a tre in fase di ricostruzione
  • Chiamata degli schemi offensivi
  • Chiamata degli schemi a muro, utilizzo dei metodi di lettura ed opzione, tattica dell’opzione 4

Proseguiamo ora con gli aspetti tecnici:

  • Servizio in salto per quasi tutti i giocatori (sia Jump Floating che Jump, anche se non necessariamente molto forzati)
  • Capacità di direzionare i colpi dalla zona 4 verso tutte le zone
  • Capacità di direzionare i colpi dalla zona 3 verso tutte le zone
  • Pochi colpi in parallela da zona 2

Una delle prime osservazioni che mi è capitato di fare, ieri, è stata riguardo all’importanza dell’opposto. Non credo sia un caso il fatto che le prime 4 squadre classificate abbiano avuto in campo un opposto decisamente incisivo (22 punti a testa per Santin di Treviso e Rossi di Roma in finale, per non parlare dell’opposto di Milano, vero punto cardine della squadra).

Riguardo all’aspetto fisico, è innegabile come già in Under 18 la tendenza sia quella di avere giocatori sempre più alti.

L’aspetto tecnico più critico, chiaramente, la ricezione. La tendenza è sempre quella di utilizzare il più possibile il palleggio e, infatti, i bagher di ricezione sono spesso stati imprecisi o, addirittura, fallosi.

Per il momento è tutto, a breve pubblicherò i risultati della mia analisi.

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5 commenti su “Sisley Treviso Campione d’Italia U18M”

  1. Ho visto solo la Finale 1-2° posto, la tua analisi la ritrovo in quello che ho visto (che ricordo…), da sottolineare il discorso “opposto” (alla fine ero certo che le ultime 3 palle l’alzatore di Treviso le avrebbe date a questo giocatore, forse il muro avversario lo sapeva, ma se l’attaccante passa “sopra”… c’è poco da fare!).
    Mi ha sorpreso come queste squadre non sfruttino a pieno la battuta come colpo di attacco (soli pochi(ssimi) giocatori erano autorizzati a “tirare”) con atleti che hanno fisici già in grado di sferrare colpi di forte intensità, il risultato è quello che hai analizzato te, ricezione in palleggio, e disposti a “2” quando si sapeva che il battitore non “forzava”.
    Io per principio sono della scuola che la battuta è un colpo di attacco, se gli atleti che ho a disposizione me lo permette, io “forzo”. Il regolamento mi aiuta (net valido!) e inoltre obbligo l’avversario a costruire su palla “difficile”. Certo il numero di errori aumenta ma la pressione sull’avversario non cala.
    Colgo l’occasione per una osservazione, ho notato che durante la finale sono stati effettuati pochissimi cambi (ho avuto questa sensazione…) la tendenza anche nelle altre squadre è di avere un “Sestetto” che opera per tutta/e la partita/e oppure qualche allenatore di altre squadre applicava un maggior “Turn Over”?

    Saluti
    Fog_Factor #1G

  2. Credo nella passione per la pallavolo anche quando non è la Nazionale Maggiore a giocare.
    Una volta (facciamo 10-15 anni fa…) le giovanili e le squadre Nazionali erano i “laboratori” della pallavolo, non analizzare (o perlomeno visionare anche come semplice spettatore) questi tornei (per di più gratuiti nel caso delle giovanili!) credo sia una cattiva valutazione per chi vuole allenare.

    Saluti
    Fog_Factor #1G

  3. E’ una tattica di muro:

    “Opzione 4
    La partenza è stretta a sinistra. Lo schiacciatore salta ad opzione sul centrale, se gioca primi tempi vicini all’alzatore. Il centrale non assiste e ha priorità assoluta sulla banda avversaria.
    Trova applicazione, ad esempio, quando l’opposto avversario non è particolarmente incisivo dalla seconda linea: si può decidere, quindi, di non murare l’opposto in seconda linea e sfruttare lo schiacciatore per avere un muro composto sia sul centrale che sullo schiacciatore.”

    Maggiori dettagli qui:
    https://www.andrea-asta.com/volleyworld/2008/06/22/schemi-di-muro/

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