Mediante una semplice Scoutizzazione Meriti – Demeriti, unita ai dati forniti dalla LegaVolley, è stato possibile svolgere una semplice, ma interessante, analisi delle modalità di conquista e perdita dei punti, durante le finali nazionali Under 18 maschili, svoltesi a Bologna dal 12 al 15 giugno 2008.
Scopi dell’analisi
Gli scopi dell’analisi devono essere chiariti fin dall’inizio: l’intento è quello di capire in che modo vengono fatti e subiti i punti, al fine massimo di determinare un modello prestativo riguardante la categoria analizzata. Questo dovrebbe essere il valore a cui tendere, quando si lavorerà con una squadra giovanile U18 maschile.
Quindi, in linea di principio, non esistono dati particolarmente attesi: l’indagina ha anzitutto uno scopo conoscitivo e di pura analisi, non di verifica.
Tuttavia, si potrà cercare di capire quanto sia evoluto il livello di gioco in Under 18 maschile, quanto sia tendente all’alto livello.
Modalità di indagine
L’indagine è stata svolta con carta e penna, durante sei gare. In seguito, i dati sono stati riportati in appositi fogli di calcolo predisposti e sono state calcolate le informazioni ritenute necessarie.
Per svolgere la rilevazione, sono stati seguiti questi principi:
- Vengono segnati solo gli eventi che generano il termine dell’azione.
- Ogni ace è considerato punto per chi ha battuto, ogni palla effettivamente toccata dal ricettore, ma con esito negativo (tribuna) è considerato errore in ricezione.
- Ogni mani-out è considerato punto dell’attaccante. Ogni errore su palla lenta è invece attribuito al muro.
- Quando un’azione termina con un attacco dopo più rigiocate, si considera sempre contrattacco, come è logico che sia da un punto di vista tecnico. Quindi, l’analisi dei punti non indica quanti punti vengono fatti in fase cambio palla e quanti in fase break, quanto più il numero di punti per tipologia tecnica.
- Sono considerati errori gravi tutti gli errori non tecnici e quelli assolutamente da azzerare: doppie, trattenute, invasioni a muro, aeree, d’attacco, in battuta.
- I tocchi di seconda del palleggiatore sono considerati attacchi o contrattacchi a seconda della situazione, come già spiegato.
L’indagine è stata svolta sulle seguenti partite:
Itas Diatec Trentino | S. Anna Pescatori Torino | ||
M. Roma Volley | Bre Banca Lannutti Cuneo | ||
Stadium Mirandola | S. Anna Pescatori Torino | ||
Itas Diatec Trentino | Tonno Callipo Vibo Valentia | ||
Diavoli Rosa Brugherio | Bre Banca Lannutti Cuneo | ||
M. Roma Volley | Sisley Treviso |
Riassunto scalare dei set vinti
Riassunto scalare dei set persi
Analisi
Tra i dati più significativi, bisogna notare:
- Gli errori sono chiaramente più bassi, ma non poi di tanto (6.7 contro 7.6)
- Si può vincere un set anche con 11 errori, ma di certo non con un numero superiore
- Il dato più discosto è indubbiamente sul numero di punti fatti in contrattacco: in altre parole, per vincere bisogna murare o ricostruire con maggiore efficacia
In media, quindi, un set viene vinto con questi punti:
- 1 ace
- 3 muri
- 6 contrattacchi
- 7 attacchi
- 8 regali
Inoltre, ci possiamo concedere questi errori:
- 3 battute
- 0 muri
- 2 contrattacchi
- 1 attacco
- 1 errore grave
A questo livello, quindi, vediamo che non è più sufficiente semplicemente “appoggiare il servizio nell’altro campo”, ma è necessario cercare un ace, anche al costo di sbagliarne 3 a set. Questa potrebbe essere una indicazione utile: se di norma ci accontentiamo di servizi floating da terra, per ridurre gli errori (avendone comunque 2-3 a set), dobbiamo invece cercare di forzare maggiormente il servizio. In altre parole, dobbiamo trovare almeno uno o due giocatori che abbiamo la libertà di sbagliare. Teniamo ben presente, tuttavia, che gli ace necessari non sono molti: anzi, è semplicemente uno! In realtà, quindi, si direbbe che il servizio più indicato è il Jump Floating, che mantiene un margine di errore ridotto, con effetti che a volte possono portare all’ace diretto.
Riguardo all’attacco, dobbiamo rendere la fallosità in cambio palla quasi nulla (1 errore ogni 7 punti), mentre possiamo permetterci di sbagliare qualcosa in più (1 errore ogni 3 punti) in contrattacco. La conclusione, a mio avviso, è quindi quella che porta vicini all’alto livello: chi riesce a difendere e contrattaccare in maniera incisiva, vince.
Riguardo al muro, l’importanza è già grande: senza considerare eventuali mani out su attacchi potenti, dobbiamo comunque poter garantire almeno 3 punti diretti, senza permetterci il lusso di errori su palle facili.
Infine, sugli errori: abbiamo detto che la media di errori è poco inferiore a 7 per set. In realtà, abbiamo avuto casi di vittorie con 12 errori, ma dobbiamo ritenere questo dato abbastanza raro. In generale, quindi, dobbiamo cercare di tenere il numero di errori al di sotto della quota 7 per set.
Dati antropometrici
Il primo dato antropometrico analizzato è l’altezza dei giocatori, divisa per ruoli. Anzitutto notiamo già la tendenza all’altissimo livello: un’altezza media di 188 centimetri (e una varianza così bassa), considerando che parliamo di oltre 100 atleti, non può certo lasciare indifferenti.
Anzitutto, ci sono da smentire alcune credenze: la prima è che i Liberi debbano essere bassi. Certo, sono i più bassi tra i ruoli, ma è azzardato dire che siano assolutamente bassi. Parliamo pur sempre di 180 centimetri, ovvero un ottimo schiacciatore fino alla Serie C. Discorso analogo anche per i palleggiatori. L’altra tendenza da osservare è che anche gli opposti sono mediamente molto alti: la loro media si discosta per soli 2 centimetri da quella dei centrali.
Riguardo alle statistiche, va segnalata l’altezza massima di 2.05 metri, di ben due atleti, uno di Trento e uno di Treviso.
Un altro dato particolarmente interessante e, devo ammetterlo, completamente contrario alle mie aspettative, è sulla distribuzione delle annate di nascita degli atleti. Mi aspettavo una netta prevalenza di atleti del 1990 (massima esperienza), mentre il dato si discosta di non troppo con gli atleti del 1991. Credo che questo sia un buon segno, specie in un’ottica futura. La maggior parte delle squadre, oltre ad alcuni atleti “vecchi”, ha infatti atleti più giovani, che di sicuro trarranno enorme giovamento dall’esperienza di quest’anno, creando poi un circolo virtuoso in vista dei prossimi campionati nazionali.
Curiosità
Per concludere, due osservazioni del tutto superflue (lo ammetto, amo i fogli di calcolo) sui numeri di maglia. Il numero più gettonato del torneo è stato il 5, che ha anche vinto la “classifica parziale” degli alzatori.
Nella tabella sono riportate anche le mode dei numeri di maglia suddivise per ruoli.
Nota: si definisce moda di una distribuzione di dati (generalmente non numerici o tali da non permettere osservazioni matematiche), il valore che si presenta con la maggior frequenza. Come dice il termine, la moda esprime, in effetti, il valore che “è andato maggiormente di moda”.
Conclusioni
Dal mio punto di vista, questo studio è solo una serie di osservazioni che cercherò di tenere presenti in futuro, nella speranza di poterlo ripetere per altri livelli o per altri anni.
Allego di seguito il file con lo studio completo di tutte le gare visionate.
(L’articolo verrà aggiornato ogni qualvolta saranno effettuate altre osservazioni da colleghi).
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