[important]Per una visione più completa e aggiornata dei sistemi di fase Break-Point, e quindi anche degli schemi di muro, si veda l’articolo apposito.[/important]
Gli schemi di muro assumono una importanza notevole nella pallavolo odierna, dove il gioco è sempre più rapido ed imprevedibile. Bisogna ricordare il principio fondamentale:
Non esiste uno schema di muro senza corrispettiva correlazione con il sistema difensivo.
In questo articolo verranno illustrati gli schemi a muro maggiormente utilizzati e saranno citati, senza troppi approfondimenti, i rispettivi schemi difensivi. Anzitutto, è bene fare una premessa, così come è stata fatta per gli schemi d’attacco: le informazioni sono codificate con simboli noti a tutta la squadra, ma che possono però variare da team a team. Questo articolo, pertanto, si limita ad illustrare solo alcune delle possibilità che si possono ritrovare nella pallavolo giocata. Infine, una precisazione: gli scopi di questo articolo sono prevalentemente illustrativi, ossia si cercherà di mostrare una panoramica di tutti gli schemi più utilizzati. La vera utilizzazione e la vera strategia di gara, invece, non è discussa in maniera approfondita, anche se sono presenti alcune indicazioni ed alcune tendenze.
Gli schemi di muro riguardano essenzialmente quattro aspetti:
- Sistemi collettivi di muro
- Schemi dei laterali
- Schemi del centrale
- Eccezioni e adattamenti
Schemi collettivi
Gli schemi collettivi riguardano le decisioni dell’allenatore in merito alle priorità a muro, al numero di giocatori che dovranno effettuarlo, alla conseguente sistemazione della difesa e così via. Si definiscono quindi:
- Il sistema di attesa
- Assistenze e opzioni sui primi tempi
Il sistema di attesa per la difesa è essenzialmente catalogabile in due gruppi, come spiegato nell’articolo sui sistemi difensivi:
- Difesa CMAV
- Difesa CMAR
Così come la difesa ha delle posizioni di partenza, anche il muro ha diverse tipologie di posizione d’attesa, che si basano tutte su due principi:
- Se il palleggiatore avversario è in prima linea, è possibile che voglia attaccare di prima intenzione
- E’ possibile decidere di murare il primo tempo con più di un giocatore
Si definiscono così 4 possibili combinazioni per le partenze a muro:
Partenza larga Tutti i giocatori partono larghi, con l’intenzione di murare 1vs1 l’attaccante che hanno di fronte. |
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Partenza stretta a destra Il palleggiatore (opposto) assiste sul primo tempo. |
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Partenza stretta a sinistra Lo schiacciatore assiste sul primo tempo. Si può utilizzare con il palleggiatore avversario in prima linea. |
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Partenza stretta Tutti e due i laterali assistono sul primo tempo. Si usa spesso quando il rischio di gioco chiuso (gioco al centro, Pipe, mezze strette dagli esterni) è alto. |
Va precisato che il concetto di assistenza non significa attribuire priorità maggiore, significa invece leggere l’avversario e aiutare il muro. Si tratta quindi un muro plurimo in lettura. Va inoltre precisato che la posizione di partenza non influenza la strategia di muro di gara, ma solo le eventuali assistenze: questo significa che, ad esempio, anche partendo stretti, lo schiacciatore dovrà arrivare a murare l’eventuale opposto in posto 4.
Dal punto di vista del muro, si possono adottare anche due strategie piuttosto aggressive:
Opzione 4 La partenza è stretta a sinistra. Lo schiacciatore salta ad opzione sul centrale, se gioca primi tempi vicini all’alzatore. Il centrale non assiste e ha priorità assoluta sulla banda avversaria. Trova applicazione, ad esempio, quando l’opposto avversario non è particolarmente incisivo dalla seconda linea: si può decidere, quindi, di non murare l’opposto in seconda linea e sfruttare lo schiacciatore per avere un muro composto sia sul centrale che sullo schiacciatore. |
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Opzione 2 La partenza è stretta a destra. E’ uguale all’Opzione 4, ma questa volta è il palleggiatore (l’opposto) a saltare ad opzione sul centrale, nel caso di primi tempi avanti. |
Ci sono alcune risposte che un allenatore deve darsi, nel caso utilizzi i metodi di Opzione 4 od Opzione 2:
- Se la palla è data al giocatore “trascurato”, cerchiamo di murare almeno a 1 o decidiamo di sistemare la difesa senza muro?
- In questo caso, come si sistema la difesa?
- Il centrale non assiste in nessun caso sul primo tempo?
- Come vengono gestiti i primi tempi lontani dal giocatore ad opzione?
- Opzione 4: Come è gestita l’eventuale tesa al centro?
- Opzione 2: Come è gestita l’eventuale palla dietro al centrale (o la fast)?
Chiaramente, ogni allenatore decide come crede, basandosi su una accurata analisi del livello del campionato e, ove possibile, degli avversari. L’ultimo aspetto sulla strategia collettiva di muro è quella legata al numero di giocatori che compongono il muro, zona per zona, attacco per attacco. Riguardo all’attacco in primo tempo avanti, il discorso è già concluso con la spiegazione delle assistenze. Su giochi così anticipati, del resto, non è possibile fare altrimenti. Vediamo anzitutto le tre possibilità per il muro esterno:
Muro a 1 E’ il sistema di gioco di base per i primissimi anni delle giovanili. A livelli un po’ più alti, si può scegliere di utilizzare questo sistema per l’attacco da seconda linea dell’opposto (si può anche scegliere di non murare proprio questo attacco). Ad alto livello è un adattamento utilizzato quando il centrale non riesce (o non gli è richiesto) ad arrivare al raddoppio. |
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Muro a 2 E’ il caso più frequente e più utilizzato. Il giocatore esterno comanda la posizione di muro, il centrale va a chiudere. |
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Muro a 3 E’ utilizzato, ad alto livello, per le palle scontate, ovvero per ricezioni molto negative, oppure dopo difesa, quando è ovvio a chi sarà alzata la palla. La guida è del giocatore esterno. E’ necessario sistemare la difesa in maniera accurata. |
Anche al centro si possono avere dei sovraccarichi, utilizzati a basso livello per gli attacchi in secondo tempo, ad alto livello per le combinazioni d’attacco e per la Pipe.
Muro a 1 E’ la soluzione più utilizzata a basso livello, anche contro il primo tempo avversario (scegliere opzione o lettura). Gli altri due giocatori difendono le palle corte. |
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Muro a 2 E’ utilizzato spesso durante le assistenze o per bloccare alcune combinazioni d’attacco. A basso livello, quando si gioca un secondo tempo al centro, si può decidere di chiudere una particolare direzione d’attacco, sovraccaricando il muro in questo modo. |
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Muro a 3 Partendo da posizione stretta, questa è una delle possibili soluzioni per murare la Pipe. |
Più il livello evolve, più i problemi aumentano, in relazione al fatto che aumentano le possibili combinazioni d’attacco. In particolare, senza entrare troppo nei dettagli, l’allenatore di squadre evolute deve stabilire come:
- Murare i primi tempi lontani dall’alzatore (la tesa, la C, la fast)
- Murare le combinazioni in secondo tempo (mezza davanti o dietro, palla corta per lo schiacciatore)
- Murare gli attacchi da seconda linea (zona 1, zona 6)
Il meccanismo delle assistenze serve anche a questo: infatti è possibile, ad esempio, richiedere che l’opposto (palleggiatore) si occupi di murare eventuali primi tempi lontani avanti, così come lo schiacciatore per i primi tempi lontani dietro. Il centrale può seguire a uomo il centrale avversario, oppure decidere di dedicarsi solo ai giochi stretti. Tutto questo deve essere preventivamente deciso dall’allenatore.
Per le seconde linee, le scelte sono le più svariate: si va dal non murare proprio la zona 1, al murarla a 2 oppure a 3. Per la Pipe, spesso si sceglie di murarla almeno con 2 giocatori (solitamente a 3), ma è una questione più di comodità (probabilmente i giocatori erano in assistenza sul primo tempo e, inoltre, la Pipe normalmente è tirata molto lunga) che di reale necessità.
Chiamate dei laterali
Le chiamate dei laterali indicano la zona che si intende corprire con il muro. Come già detto, nel muro esterno è appunto il giocatore laterale a comandare, mentre il centrale si occupa di chiudere e rendere compatto il muro. Di seguito sono indicate le posizioni classiche di muro:
Ad ogni azione in fase break, i due giocatori esterni indicano alla difesa, mediante un codice, le direzioni che intendono coprire al proprio attaccante.
Attenzione: ogni giocatore indica la zona che coprirà all’attaccante della sua posizione definitiva, non di quello che ha di fronte inizialmente. Ad esempio, supponendo di essere in P2, la chiamata dell’opposto, che parte in zona 4, si riferisce comunque al muro che egli andrà a compiere in zona 2, sulla banda avversaria.
Il punto fondamentale è come fare a decidere dove murare. Generalmente, le indicazioni arrivano dal briefing tecnico pre-gara, dall’allenatore e vengono modificate in base alle indicazioni dell’allenatore durante la gara. Le codifiche sono differenti per ogni squadra. Ad esempio, questa è una possibilità:
Uno Muro sulla parallela |
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Due Muro sulla diagonale |
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Mano aperta Muro sulla rincorsa |
Anche in questo caso, devono esserci delle risposte ad alcune domande:
- Come si mura un giocatore di cui non sappiamo niente?
- Usiamo la distinzione tra prima e seconda parallela?
- Come si sistema la difesa in relazione alla chiamata avversaria?
Sulla difesa, un aspetto molto importante da gestire è quello del giocatore di zona 6 (libero o schiacciatore, solitamente), che può modificare la propria posizione in base al tipo di chiamata del muro. Una delle regole che si possono usare è: “se all’alzata corrisponde una chiamata Uno o Mano, mi sposto dalla parte opposta all’alzata, se corrisponde un Due mi sposto dalla parte dell’alzata“. Tutto si basa sul fatto che una chiamata di Uno corrisponde ad una diagonale più ampia, ad un Due una parallela più ampia.
Muro sulla diagonale Il difensore di zona 6 si sposta a raddoppiare la difesa della parallela. |
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Muro sulla parallela (e anche sulla rincorsa?) Il difensore di zona 6 si sposta a raddoppiare (triplicare) la diagonale, tenendo il colpo forte lungo. |
Riguardo agli altri due difensori, il tutto viene adattato in base alle scelte dell’allenatore:
- Il giocatore sulla parallela…
- Con muro sulla diagonale tiene la parallela o il pallonetto?
- Con muro sulla parallela sta dietro al muro lungo o corto?
- Il giocatore sulla diagonale…
- Con muro sulla diagonale dove si posiziona?
- E con muro sulla parallela?
- Il terzo di rete…
- Tiene la diagonale stretta?
- Tiene il pallonetto?
Le risposte a queste domande forniranno con completezza il sistema muro-difesa su attacchi standard. Ecco, a titolo di esempio, una possibile soluzione:
Difesa con muro sulla diagonale La parallela è raddoppiata, il Libero copre i palloni a scavalcare il muro. |
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Difesa con muro sulla parallela Tre giocatori sulle diagonali, l’opposto (palleggiatore) tiene i palloni che scavalcano il muro ed i pallonetti. |
Chiamate dei centrali
Le chiamate dei centrali sono un altro aspetto molto importante. Esse riguardano essenzialmente due aspetti:
- Comportamento verso il centrale avversario
- Comportamento verso i laterali
Il comportamento verso il centrale avversario è un aspetto cruciale, introdotto insieme al primo tempo (o nostro, o dei nostri avversari). In pratica, si deve decidere se adottare una tattica più o meno aggressiva nei confronti del gioco veloce degli avversari. Esistono, in sostanza, due comportamenti, codificati da altrettanti simboli:
Muro in lettura (mano) Il centrale decide di aspettare a saltare, cercando di capire le intenzioni dell’avversario. Le priorità sono quindi sugli esterni. E’ importante capire che, in questo caso, l’obiettivo non è il muro-punto, ma il toccare la palla per rendere più agevole la rigiocata. La posizione di partenza, quindi, è quella di lettura (*). Le assistenze previste devono essere rispettate. E’ la tattica maggiormente adottata. (*) Posizione di lettura: utilizzata per saltare, anche se non massimalmente, molto rapidamente. Braccia già distese, gambe flesse (circa 120°), salto senza contromovimento. |
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Muro ad opzione (pugno) Tattica molto aggressiva, con cui il centrale decide di saltare “a sangue” sul centrale avversario, sacrificando così il raddoppio esterno. Normalmente le assistenze si tengono, in questo caso, larghe, per evitare di sbilanciare troppo il sistema di muro. Viene adottata in situazioni particolari, quando, dall’analisi dell’avversario, si può dedurre che il primo tempo sia una “molto probabile minaccia”. |
Nel caso di muro ad opzione, sarà da decidere quali direzioni togliere all’attaccante: di norma, si sceglie di murare la rincorsa. Alcuni allenatori chiedono ai propri centrali di murare i centrali avversari con le mani più aperte, per cercare di “sporcare” tutti i palloni laterali, anche a costo di lasciare un piccolo passaggio al centro delle braccia. Altri, invece, preferiscono una situazione più “composta”, così come è richiesto nel muro laterale.
Riguardo al comportamento verso i laterali, di norma, il comportamento è quello di tentare sempre la chiusura compatta del muro, cercando, per quanto possibile, di arrivare in posizione con i piedi e, quindi, di non “buttare” le mani vicino a quelle del compagno. In alcuni casi, tuttavia, può essere richiesto di lasciare un piccolo corridoio tra i due giocatori a muro. Generalmente questa è considerata una tattica troppo rischiosa (il rischio di mani-out è particolarmente alto), quindi non trova grande applicazione nel medio-basso livello. Va precisato, comunque, che questa situazione fa parte di quelle eccezioni che si possono verificare durante la gara: il centrale non fa in tempo a chiudere il muro. La risposta importante sarà da parte della difesa, che dovrà cercare di “rimediare” all’errore, coprendo la zona lasciata scoperta dal muro. Questo caso, che rientra nelle eccezioni difensive, non sarà trattato in questo articolo. |
Eccezioni e Adattamenti
Il concetto di eccezione, in informatica, indica il verificarsi di un avvenimento che alteri il normale flusso di esecuzione. Dal punto di vista sportivo, possiamo classificare l’eccezione come l’avvenire di un evento che richieda un particolare adattamento della strategia di gara preposta. In altre parole, si tratta di tutti quei casi in cui non è più conveniente (o, addirittura, svantaggioso) utilizzare la tattica preposta, ma è più saggio effettuare un adattamento, ossia una modifica alla propria posizione ed al proprio comportamento. Mentre in informatica l’eccezione è per lo più qualcosa che vorremmo non accadesse mai, nel caso dello sport l’eccezione può anche essere di tipo positivo, come risulterà chiaro a breve.
Nel caso del sistema di muro, alcune eccezioni possono essere:
- Alzata di palla lunga
- Alzata di palla corta
- Palla difficoltosa (molto staccata, troppo bassa)
- Ricezione molto staccata da rete
- Ricezione molto attaccata a rete
- Palleggiatore in prima linea
- Palleggiatore in seconda linea
- Ricezione nel nostro campo
- Free ball concessa
Quelle elencate sono solo alcune delle eccezioni che si possono verificare, ma coprono con buona approssimazione tutto lo spettro di quelle più frequenti.
Le regole principali che andrebbero osservate sono:
- Ad ogni eccezione corrisponde un adattamento
- Non si improvvisa niente
- Se un avvenimento non è stato preventivamente classificato come eccezione, il comportamento deve rispettare lo schema
Ogni allenatore deciderà quali sono per lui situazioni d’eccezione e quali invce no: le situazioni non codificate come eccezioni dovranno essere gestite seguendo la strategia e la tattica predisposta, senza alcun adattamento.
Il diagramma a fianco schematizza la teoria sopra illustrata. Un’azione, di norma, ha un inizio ed una fine e si svolge mediante un flusso regolare di situazioni tecniche e tattiche preventivamente adottate.
Il flusso può essere alterato dall’avvenimento di un’eccezione di qualsiasi tipo, ossia una situazione non classificabile come “regolare”. Una volta “percepito” e comunicato a tutti l’allarme di eccezione, si deve provvedere alla classificazione dell’eccezione e all’individuazione (ed attuazione) di un adattamento. In questo modo si potrà tentare di tornare verso il flusso regolare. L’aspetto comunicativo è molto importante: l’adattamento, infatti, normalmente non riguarda un singolo giocatore, ma tutta la squadra.
Il problema principale è questo: siamo in grado di associare a tutte le eccezioni possibili un conveniente adattamento? Chiaramente la risposta è no, poiché non siamo in grado di prevedere tutte le possibili situazioni che accadranno. Proprio per questo motivo il nostro compito è quello di catalogare le eccezioni e definire adattamenti comuni.
Un altro aspetto cruciale, relativo agli sport di squadra, è la soggettività dell’allarme: non è affatto detto che tutti e 6 i giocatori in campo percepiscano una situazione come eccezione. Inoltre, è possibile che le diverse posizioni spaziali rendano più difficoltosa l’individuazione dell’eccezione da parte di alcuni giocatori, piuttosto che degli altri. E’ quindi importante che ci sia un elemento designato come rilevatore e comunicatore dell’eccezione. Quando questi provvede a lanciare l’allarme, gli altri obbediranno senza perdere ulteriormente tempo. La scelta del rilevatore è dell’allenatore, che deve però prendere in considerazione alcuni aspetti:
- Il rilevatore deve essere sempre in condizione di visualizzare correttamente l’avvenimento dell’eccezione
- E’ consigliabile affidare il rilevamento dell’eccezione ad uno dei giocatori maggiormente interessati al successivo adattamento (così, mentre comunica, già effettua il proprio adattamento)
Per ogni eccezione (o gruppo di eccezioni) è quindi fondamentale stabilire questi aspetti:
- Chi è il giudice unico in grado di far scattare l’allarme
- Come viene adattato il comportamento
Si tende, a volte, a definire eccezione un qualsiasi evento non previsto: mi sento tuttavia di dissentire da questa espressione. In realtà noi dobbiamo fare il massimo affinché siano previste quasi tutte le eccezioni. L’aggettivo “non previsto”, infatti, presuppone un adattamento casuale e disordinato, che non è certo quello che ricerchiamo noi nel sistema muro – difesa.
Eccezione: alzata lunga
L’alzata lunga costituisce una eccezione di notevole interesse: in questo caso, infatti, i colpi dell’attaccante si limitano notevolmente, dovendo comunque la palla passare entro lo spazio aereo limitato dalle asticelle (e dal loro immaginario prolungamento). Anzitutto, i colpi in parallela spariscono e, più la palla è lunga, più sono le direzioni perse.
L’adattamento più utilizzato a muro è quello di andare a chiudere l’asticella (come se si murasse la parallela). In questo modo, infatti, lo spazio di passaggio dell’attaccante diminuisce notevolmente, rendendo quasi impossibile tirare colpi forti in campo. In questo caso, la difesa risponde con una maggiore attenzione ai palloni che scavalcano il muro e a quelli che lo toccano e passano.
Un esempio di correlazione con la difesa: nel caso di palla lunga, il giocatore sulla parallela non rimane nella propria posizione, poiché, come detto, è fisicamente impossibile tirare in parallela. La soluzione migliore è, quindi, che lo stesso si porti avanti e dentro il campo, difendendo gli eventuali pallonetti a scavalcare il nostro muro.
Un altro possibile adattamento è quello che prevede di spostare il giocatore esterno a muro verso la direzione dritta al colpo. In altre parole, si chiudono solo direzioni effettivamente tirabili. Questa strategia copre una maggiore quantità di spazio, ma ha due grossi inconvenienti:
- E’ difficile da applicare correttamente
- Ci espone a seri rischi di mani – out
Riguardo al rilevatore dell’eccezione, si può affidare il compito al giocatore esterno a muro: questi sarà infatti quello a compiere l’adattamento principale (chiusura del muro). Per il centrale il cambiamento è minimo, infatti egli dovrà limitarsi a chiudere e comporre il muro, così come è solitamente chiamato a fare.
Eccezione: ricezione attaccata con palleggiatore in prima linea
Se la ricezione è molto attaccata ed il palleggiatore è in prima linea, potrebbe essere una buona soluzione quella di saltare “a sangue” su di lui, magari utilizzando lo schiacciatore a muro in zona 4. In questo modo il centrale può assistere sul primo tempo e può anche arrivare per un eventuale raddoppio verso Zona 2. La pecca del sistema è che l’opposto in seconda linea rimarrà quasi sicuramente senza muro.
Eccezione: ricezione attaccata con palleggiatore in seconda linea
Il palleggiatore non costituisce una minaccia, ma è possibile che, se la palla è veramente molto attaccata, preferisca servire giocate strette. In generale, si tende a non considerare questa situazione come eccezione. L’unico comportamento extra da adottare è una maggiore attenzione del centrale verso il palleggiatore avverso, che, trovandosi in palese difficoltà, risulterà maggiormente prevedibile.
Eccezione: no block
L’eccezione “via da rete” si scatena quando l’attacco avversario avviene su palloni tanto da difficili, da rendere indubbiamente più facile la difesa che il muro (che rischia sempre di essere soggetto a mani-out). E’ il caso di alzate sui 3 metri e di tutti quei palloni che, pur non essendo tanto facili da passare all’eccezione Free Ball (*), ci possono comunque consentire una rigiocata agevole. In altre parole, tutti i palloni alti sparsi per il campo, che l’avversario decide comunque di attaccare in salto (magari anche senza tirare al massimo) e non di appoggiare facile nel nostro campo.
Le traiettorie sono teoricamente tutte possibili, ma quelle più potenti sono chiaramente quelle lunghe vicino alla linea di fondo campo. I palloni corti, invece, saranno sempre molto lenti.
Il comando può essere lanciato dall’esterno a muro, dal centrale, dal Libero o dal difensore di zona 6. La scelta deve essere ben definita, in modo che sia sempre e solo uno il giocatore di riferimento. Solo in questo modo, infatti, possiamo garantire un sistema compatto ed ordinato ed evitare che una situazione sfavorevole per l’avversario si tramuti in sfavorevole per noi.
Quando è lanciata l’eccezione di no block, nessun giocatore deve fare muro (non deve succedere che muri solo il centrale, o solo il laterale). La difesa si dispone con tre giocatori allineati, come accade per la ricezione di un servizio in salto. Il palleggiatore, se è in seconda linea, non entra, ma difende. I giocatori di prima linea assistono sulle palle corte. Quindi si può affermare che, in generale, l’attacco no block è gestito alla stregua di un servizio al salto.
L’immagine mostrata è solo un esempio di una possibile disposizione dei giocatori in caso di No Block con attacco da zona 4/5. I giocatori a muro scendono, i difensori si dispongono a semicerchio rivolti all’attaccante, con il giocatore più lontano (Libero) che fa un passo in avanti. Le zone di conflitto sono gestite allo stesso modo della ricezione, in base alle proprie scelte.
La Free Ball è un’eccezione che si scatena quando per l’avversario è impossibile attaccare ed è quindi costretto a servirci una palla facile (piazzata da terra, bagher, palleggio), tale da rendere del tutto superflui sia il muro che il sistema difensivo. L’adattamento più comune è quello che prevede, anzitutto, di far entrare il palleggiatore nella propria zona, escludendolo completamente dalla fase di appoggio.
La zona di appoggio è normalmente gestita con due soli giocatori, ma nulla vieta di utilizzarne anche 3 o 4. Con questa scelta tuttavia, si fa in modo che i 3 giocatori di prima linea si preparino già ad attaccare. In sistemi di gioco più evoluti, si può affidare ancora più campo al Libero, facendo in modo che anche lo schiacciatore di seconda linea si prepari ad attaccare la Pipe. Chiaramente, in caso di palle corte, non è escluso che i giocatori di prima linea facciano assistenza. Le priorità sono stabilite dall’allenatore (solitamente si dà precedenza al Libero, sempre per favorire l’attacco dello schiacciatore).
Il rilevatore dell’eccezione può essere chiunque, tra le scelte da prendere in considerazione c’è il palleggiatore, che è il maggiore interessato all’adattamento: sarà lui, infatti, ad abbandonare la zona difensiva per entrare al palleggio. Se la sua entrata avviene in ritardo, infatti, si rischia di non riuscire più a giocare un appoggio che arrivi perfetto vicino alla rete. Invece, se è proprio l’alzatore a comunicare l’eccezione, è molto probabile che sarà anche il più rapido a svolgere l’adattamento.
Eccezione: palla corta
Bisogna anzitutto capire se la palla corta sia un’eccezione, oppure un vero e proprio schema offensivo avverso, cui deve corrispondere una sistematica risposta difensiva. Se si giudica la palla corta, ad ogni modo, solitamente l’esterno a muro si sposta lungo la rete, a coprire la direzione d’attacco chiamata precedentemente. Se l’alzata non è molto corta, non è nemmeno necessario lanciare l’allarme, poiché il giocatore esterno a muro deve comunque stabilire la propria posizione lungo la rete in relazione alla rincorsa dell’avversario.
Nel caso in cui si voglia gestire un’eccezione di palla corta, comunuqe, è bene stabilire delle regole. Ad esempio, si potrebbe decidere che con palla corta si mura sempre la rincorsa, sistemando opportunamente la difesa.
Eccezione: ricezione nel proprio campo
La situazione di ricezione nel proprio campo necessita di due casi:
- Ricezione vicina a rete
- Ricezione di molto nel nostro campo
Il secondo caso è molto banale, poiché si tratta di gestire un appoggio, possibilmente con le indicazioni già date per la Free Ball concessa.
Il primo caso invece richiede la gestione di una palla da parte di un giocatore a muro. Le possibilità sono svariate:
- Lasciare la valutazione della palla e il colpo al giocatore a muro
- Obbligare all’attacco
- Obbligare all’appoggio
Solitamente si sceglie di lasciare libertà al giocatore a muro, tenendo però presente che, nel caso in cui decida di appoggiare la palla nel proprio campo, dovrà comunicarlo ad alta voce al palleggiatore, in modo che questo si posizioni nella zona di alzata.
Nel caso si scelga di attaccare la palla (sperando di avere sufficienti capacità tecniche), il giocatore designato all’attacco è quello più vicino alla palla e, in caso di zona di conflitto, si può optare per:
- Attacca sempre il centrale
- Attacca sempre il laterale
- Attacca il giocatore più bravo in questo colpo (bisogna in questo caso stabilire una graduatoria)
- Ogni volta un giocatore chiama la palla
Eccezione: incroci
Per incrocio si intende una combinazione d’attacco in cui le traiettorie di rincorsa di due o più giocatori si intrecciano. Sono di solito combinati un gioco in primo tempo, atto a distrarre il centrale, ed un gioco in secondo tempo, che ha lo scopo di far trovare l’attaccante senza muro. Nella figura è mostrato un incrocio tra opposto e centrale: il primo si porta ad attaccare un secondo tempo davanti all’alzatore, mentre il secondo giocherà una veloce subito dietro.
Una volta individuati (questione di certo non così immediata) è possibile gestirli con “scambio dell’uomo“. Se, ad esempio, opposto e centrale incrociano, è possibile lasciare i muratori al proprio posto e, semplicemente, cambiare l’uomo da murare: il nostro centrale si occuperà dell’eventuale secondo tempo dell’opposto davanti al palleggiatore, mentre il nostro schiacciatore si occuperà (lettura? opzione?) dell’eventuale primo tempo dietro all’alzatore, giocato dal centrale.
Come si può intuire, il discorso diventa esponenzialmente complicato, poiché è necessario stabilire una serie di comportamenti standardizzati da adottare, oppure scegliere di restare sempre in lettura per cercare di capire il comportamento dell’avversario, rischiando però di decidere il da farsi troppo tardi. Ogni squadra sceglierà le proprie priorità.
Conclusioni
Gli schemi di muro sono una parte particolarmente affascinante (ed ostica) del nostro sport. Tuttavia, al crescere del livello, non è più pensabile di trascurarli. Tutti i giocatori hanno preferenze di colpi, pertanto è necessario provvedere a creare un muro quanto più possibile favorevole. Tutti i palleggiatori hanno giocate preferite in particolari rotazioni, quindi è bene tenere a mente anche questo aspetto. La correlazione muro-difesa è tanto importante, che molti allenatori sostengono che sia la vera chiave per arrivare al successo. L’articolo non ha avuto scopi pratici, ma solo illustrativi, come già detto. L’esperienza porterà ogni allenatore ad adottare schemi ed eccezioni adatte al proprio Campionato.
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Complimenti, secondo me sei posseduto dallo Spirito di SKIBA! Bravo! Proponiti in Federazione per i Corsi, secondo me la tua figura la faresti!
Ciao!
Fog_Factor #1G
Complimenti, la miglior spiegazione che abbia mai letto sull’argomento
davvero un gran bell’articolo contiene tutto l’essenziale.
Fino adesso ho letto di più approfondito ho letto solo Jorge Barros de Arrujo.
Con la differenza che però lui aveva scritto un libro …e non un articolo internet(!!!)
Bravo Andre
Bellissimo articolo chiarificatore, semplice e chiaro. Ciao
Bellissimo artcolo, semplice, diretto e chiaro. ciao
Complimenti. Una spiegazione chiara e precisa. Grande
Per un allenatore la chiarezza deve essere il primo obiettivo……complimenti per la chiarezza e la disponibilità.Grazie
Grazie mille! Nn ho mai trovato delle spiegazioni così dettagliate e ben fatte!
Andrea so che è banale ma … sei GRANDE!
Completo in tutto e per tutto. Complimenti.
complimenti è molto completo …..ed è 1 aiuto x tutte le giocatrici compresa me ! grazie per le spiegazioni
Potresti illustrare meglio il concetto di “correlazione muro difesa”, magari con qualche esempio?
Inanzitutto complimenti per la disponibilita’. Volevo un chiarimento sul muro che difende sulla rincorsa.Ma se’ l’esterno(P2/P4) e’ davanti all’attaccante la parallela non e’ coperta automaticamente?
Dato che ci sono in una categoria come la 1°divisione femminile il muro che difende sulla rincorsa e’ producente.
Dipende dalla rincorsa dell’attaccante. Ci si posiziona, solitamente, in modo da avere il proprio petto davanti alla spalla che attacca. Quindi, in generale, un po’ di parallela rimane sempre per lo schiacciatore.
Andrea, potresti spiegare con qualche esempio, il concetto di correlazione muro difesa?
Quali sono le scelte di correlazione per un muro a lettura di posto 4? quali sono gli “starting point” avversari che attivano il piazzamento della difesa?
E’ un argomento molto interessante, appena possibile proverò a buttare giù qualche appunto su quello che facciamo noi con la nostra squadra e su quello che si vede fare in giro 😉
non ho capito niente.