In questo articolo verranno presentate alcune nozioni elementari relative allo studio dell’avversario. L’obiettivo è decisamente più “giornalistico” che tecnico, nel senso che verranno presentati esempi concreti e concetti del tutto generali.
Lo studio dell’avversario riveste importanza crescente in misura direttamente proporzionale al crescere del livello. In linea generale, possiamo considerare che ciascun giocatore di livello medio-alto abbia determinate caratteristiche proprie (determinate dalla propria storia, dalla propria esperienza, dalla propria tattica individuale) e differenti, almeno in parte, da quelle degli altri. A basso livello è solitamente sufficiente adottare una strategia di gara “generale”, valida per qualsiasi avversario ci si contrapponga (salvo poi effettuare eventuali aggiustamenti tattici durante la partita), mentre a livelli più alti è necessario lavorare anche a priori su una gara e sui singoli giocatori che andremo a fronteggiare.
Lo studio dell’avversario viene generalmente effettuato a priori, attraverso la visione di differenti video di partite dell’avversario. Dopo il processo di studio, effettuato dallo staff tecnico, si deve arrivare alla costruzione dei cosiddetti fogli-gara, il mezzo attualmente più utilizzato per trasmettere i risultati delle proprie analisi ai propri giocatori.
Chiaramente, il processo che va dall’acquisizione dei video alla stesura dei fogli gara non è atomico, bensì suddivisibile in alcune fasi principali: l’obiettivo iniziale è quello di trovare delle costanti nel modo di giocare degli avversari. Il passaggio successivo, per ogni allenatore, è quello di prendere decisioni in merito alla strategia di partenza da adottare. L’ultimo punto, da non trascurare assolutamente, è quello di decidere come comunicare i propri risultati ai propri giocatori.
L’aspetto comunicativo è considerato molto importante anche ad altissimo livello (ne ha parlato anche Massimo Barbolini nel corso di Aggiornamento Nazionale 2009); ciò che dobbiamo tenere presente è, essenzialmente, il fatto che non è assolutamente possibile illudersi che i giocatori ricordino tutte le informazioni viste o sentite per pochi minuti dai propri allenatori. Specialmente nei momenti più importanti della gara, dove la tensione è alta, è molto facile che le informazioni non assimilate vengano dimenticate. Questo ha due dirette conseguenze:
- E’ necessario fornire solo le informazioni veramente importanti;
- E’ necessario ricordare durante la gara ai propri giocatori ciò che è necessario.
Le fasi di studio e scelta devono essere fatte in base a due aspetti:
- Quali sono le caratteristiche degli avversari?
- Quali saranno le probabili scelte strategiche che adotteranno per giocare contro di noi?
In particolare, il secondo aspetto intende focalizzare l’attenzione sul fatto che, così come noi studiamo l’avversario, lo stesso farà un’analisi del nostro sistema di gioco. Alcune considerazioni consequenziali:
- Dobbiamo conoscere perfettamente la nostra squadra e i nostri punti deboli;
- Dobbiamo provare ad intersecare i nostri punti deboli con i loro punti di forza e preparare eventuali aggiustamenti tattici.
La fase di rilevazione
Lo studio delle caratteristiche avversarie si scompone, nella versione più semplice, di queste fasi:
- Studio della distribuzione delle alzate con ricezione perfetta (d’ora in avanti parleremo di R#) o positiva (R+)
- Studio delle direzioni di attacco dei singoli giocatori (differenziando almeno palle alte e tese)
Per realizzare uno studio del genere è sufficiente disporre di un foglio con 6 campi (uno per rotazione), dove segnare con una linea le direzioni scelte dai giocatori (si possono così segnare anche le profondità dei colpi), e segnare con un puntino ogni palla alzata con R#. Visivamente avremo così sia le direzioni preferite (maggior numero di linee verso una parte di campo) che le scelte preferite dall’alzatore (maggior numero di puntini). Per distinguere palle tese (solitamente di cambio palla) da palle alte (contrattacco) si può utilizzare un simbolo in fondo alla linea della direzione (ad esempio un puntino). Si possono distinguere i palloni forti dai pallonetti, segnando questi ultimi con linee tratteggiate.
E’ importante gestire il caso dei palloni toccati dal muro: in questo caso, la scelta più adottata è quella di segnare la direzione ipotetica del colpo (basta considerare il punto di partenza dell’attacco e quale mano del muro ha toccato la palla), eccezione fatta per i colpi volutamente appoggiati o spinti sulle mani del muro per cercare la rigiocata o il block out laterale, casi nei cui si possono utilizzare linee particolari (spezzate).
In fase di studio, è bene affiancare ad ogni rotazione un piccolo spazio per le note, che possono tornare utili sia in fase di osservazione della stessa rotazione in set o partite diverse, sia in fase di ricomposizione dei dati.
Un aspetto fondamentale, quasi banale da citare, è che ad ogni cambio di formazione deve corrispondere un diverso foglio di studio. Infatti dobbiamo tener presente che, sebbene sia impossibile prendere in esame tutte le variabili che entrano in gioco durante una partita (avversari a muro, esito delle rotazioni precedenti, esito della stessa rotazione nei turni precedenti, punteggio, set, condizione mentale e fisica degli attaccanti, condizione mentale e fisica dell’alzatore, ultimi palloni giocati nel set, ultimi palloni giocati dai singoli attaccanti e così via), quanto meno la variabile “giocatori in campo” deve essere tenuta in considerazione. Si pensi, a titolo di esempio, alla distribuzione: la distribuzione dipende fortemente dal palleggiatore (esistono palleggiatori più amanti del primo tempo con alcuni giocatori, palleggiatori che forzano poco il gioco e così via), quindi non avrebbe alcun senso segnare sullo stesso campo rotazioni riferite a palleggiatori diversi. Per sostituzioni di breve durata (ad esempio, per un solo turno offensivo) è possibile utilizzare lo stesso campo (cambiando magari colore della penna con cui si effettua la valutazione), oppure avvalersi di uno spazio annotazioni, ma questo non dovrebbe essere considerato come una prassi.
Normalmente nei campi sono indicate solo le rincorse delle chiamate di base dei tre giocatori impegnati in attacco (palla avanti e dietro, primo tempo vicino all’alzatore); in fase di rilevazione sarà necessario aggiungere eventualmente quelle mancanti (per tese lontane dall’alzatore, incroci e giochi stretti, pipe e così via).
Utilizzando campi di questa dimensione è anche facile analizzare la ricezione avversaria: indicando nel campo con le frecce i giocatori impegnati in ricezione, è sufficiente porre dei segni (o i classici #+!/-=) vicino ad ogni giocatore per ogni colpo. Una strategia visiva immediata può essere quella di segnare solamente dei segni – vicino al giocatore che esegua una ricezione negativa (dove, in questo caso, è bene considerare negative tutte le ricezioni !/-).
Grazie allo spazio per le annotazioni, è anche possibile tenere traccia della battuta del corrispondente giocatore nella rotazione. Si possono utilizzare dei semplici simboli (F per la battuta flottante, FL per la flottante da lontano, JS per il servizio in salto, JF per il servizio jump floating) ed eventualmente far seguire la posizione di partenza e di arrivo (specie nel caso di battute in salto a rotazione). Questo ha lo scopo di programmare eventuali raggruppamenti e adattamenti in fase di ricezione.
Nello spazio delle annotazioni si possono scrivere appunti riguardo allo stile di difesa dell’avversario. Di seguito alcuni spunti di osservazione:
- Il terzo di rete, su attacco esterno, scende rapidamente? Entra molto in campo per aiutare sui pallonetti o rimane piuttosto largo?
- Quando batte un centrale (per sistemi PSC, in P2 e P5), dove difende e come difende, ad esempio, i pallonetti?
- Dove si posiziona, solitamnete, il giocatore sulla parallela? E’ o meno abile a difendere il pallonetto?
- Chi difende solitamente la Zona 6? Che spostamenti effettuano?
Queste analisi devono avere come scopi la creazione di idee e consigli da trasmettere ai giocatori in fase di gara su come gestire i propri colpi, oppure dove inserire eventuali pallonetti.
Anche l’analisi del muro avversario può avere un senso, specie per questi motivi:
- Valutare la posizione di lettura dei centrali e la velocità di uscita a destra e sinistra;
- Assistenza del posto 4, sia in attacco a 3 che in attacco a 2 avversario;
- Assistenza del posto 2;
- Eventuali giocatori più bassi da prendere come riferimento per la propria distribuzione di attacco;
- Eventuali giocatori tecnicamente scarsi (fly, mani mal orientate, braccia che si spostano e così via) da tenere presenti per la propria distribuzione d’attacco.
Un aspetto interessante, al crescere del livello di studio, è quello della distinzione della distribuzione a seconda della zona di arrivo della ricezione: una classica distinzione è quella tra R# e R+, mentre credo sia piuttosto difficile (a meno di non analizzare molte partite) stabilire regole di distribuzione con palla a sinistra o a destra (meglio, più che complicare la rilevazione, utilizzare lo spazio per le note). In generale, esistono palleggiatori più “azzardati”, a cui piace per esempio forzare un primo tempo lontano con ricezione staccata da rete, mentre altri più “prudenti”, che non servono quasi mai palle veloci con ricezione non perfetta. Per effettuare questa rilevazione si possono utilizzare simboli diversi nella rilevazione della distribuzione (ad esempio un puntino per palla servita con R# e un asterisco con R+!), oppure due campi affiancati.
Una delle ultime novità in fatto di studio della distribuzione avversaria è la cosiddetta distribuzione subordinata alla base del centrale. L’obiettivo è quello di capire quali siano i criteri di scelta dell’alzatore in base al primo tempo chiamato al proprio centrale. La base di studio è, come è logico che sia, il tipo di palla che di più può variare, ossia quella chiamata al proprio centrale. Ad esempio, quando chiamano la tesa al centro (Sette), solitamente la servono o la usano per aprire il gioco dietro? La usano come finta per giocare in banda?
Il numero di schemi analizzabili è, chiaramente, molto elevato (si considerino schemi come Uno, Due, C, CC, B, Fast, Sette, In, Stop e così via): è possibile ridurre l’analisi ai primi tempi vicini (Uno, C, CC raggruppati in un’unica base) e lontani (Sette) nel maschile, utilizzando eventualmente anche la base “Fast, Due, B” per il femminile. I primi tempi dietro vicini si possono segnare a parte nelle annotazioni, essendo di gran lunga meno frequenti rispetto agli altri.
La compilazione di questo modulo è esattamente identica a quella indicata in precedenza, con i metodi di indicazione della scelta e le linee che indicano le direzioni di attacco. Chiaramente, effettuare questa rilevazione diventa più complesso di quella precedente, poiché, per ogni azione, non è sufficiente guardare il giocatore servito e la direzione scelta, ma anche il tipo di primo tempo chiamato dall’alzatore (e come gestire eventuali adattamenti su ricezione spostata a destra o sinistra?).
L’ultimo aspetto interessante è quello riguardante l’analisi tecnica dell’avversario, cosa che si può fare normalmente con l’esperienza e senza alcun ausilio statistico. Si analizzano informazioni di tecnica dei singoli giocatori, tra le quali:
- Il tempo di attacco (specialmente quello del braccio)
- Eventuali prevedibilità tecniche del palleggiatore (ad esempio, alcuni palleggiatori fintano molto male la palla dietro)
- Velocità di raddoppio a muro dei centrali e comportamento in caso di ritardo
La fase di analisi
Terminata la fase di rilevazione, si passa a quella di Analisi. Alcuni passaggi utili per riordinare il tutto possono essere:
- Distribuzione percentuale in ogni rotazione con R# e/o R+
- Distribuzione percentuale con attacco a 3 e attacco 2
- Numero di palloni serviti in contrattacco
- Raccolta della rosa dei giocatori, dei ruoli, del tipo di servizio adottato e delle prevalenze (nel caso di servizi in salto)
- Assistenze utilizzate a muro
- Giocatori che raggiungono altezze più basse a muro o che sono più scarsi tecnicamente
- Zone vulnerabili per pallonetti
- Numero di ricezioni negative (o percentuale di positive) dei singoli ricevitori
- Varie ed eventuali
Per creare una analisi, è possibile utilizzare una semplice osservazione dei dati raccolti, oppure avvalersi di appositi moduli preparati in precedenza.
La fase di scelta
Una volta riorganizzati i dati di più partite, è il momento di effettuare le proprie scelte. Alcune idee, come prima, su quali debbano essere i principali criteri di scelta, ricordando sempre che questi devono essere intersecati alle capacità dei propri giocatori e dalle presunte strategie utilizzate dall’avversario contro di noi:
- Quali direzioni murare agli attaccanti esterni (parallela, seconda parallela, diagonale…)
- Su quali rotazioni restare in lettura, fare assistenze di primo tempo o giocare ad opzione (raro che si scelga una strategia così aggressiva a priori)
- Comportamento a muro con attacco a 2 o a 3
- Su quali giocatori indirizzare la nostra battuta
- Dove indirizzare eventuali pallonetti (e se usarli solo come arma per correggere palle alzate male o come arma di attacco vera e propria)
- Se adottare adattamenti a muro e in difesa contro R+!
- Dove posizionare la difesa su ogni attaccante (ad esempio, posizione di partenza per i primi tempi, posizionamento della zona 6 sui vari attaccanti)
- Determinazione di punti di riferimento per la nostra distribuzione (ad esempio, un palleggiatore basso)
La fase di comunicazione
Si arriva quindi alla fase di costruzione del foglio gara e, ad alto livello, alla preparazione delle sedute video-tattiche. A seconda del livello, ogni staff stabilisce una prassi da seguire (se far vedere o meno video, quanti e quali fogli dare, quando effettuare le sedute tattiche e quanto farle durare). Indipendentemente dalle scelte (consiglio il video “Programmazione, Allenamento, Tecnica e Tattica nella pallavolo maschile di alto livelli” di Ferdinando De Giorgi, che, tra l’altro, mostra alcune prassi seguite da lui in A1 maschile) è bene tenere sempre presenti gli appunti di cui già si è parlato: meglio non riempire le teste dei propri giocatori (specie se non professionisti) con troppe informazioni, destinate ad essere dimenticate in poche ore. Si stabiliscano poche semplici nozioni e si prepari la partita al meglio, ricordando di volta in volta, durante la gara, altre informazioni di utilizzo immediato.
Un esempio: quanto può aver senso segnalare, per ogni rotazione avversaria, quale zona sia da cercare con un servizio flottante? Prima di tutto, questa informazione riguarda solo i battitori flottanti e ciascun giocatore, in ciascun set, affronterà sempre la stessa rotazione avversaria in battuta. Meglio allora fornire ai giocatori delle informazioni generali sulle capacità dei singoli ricevitori, salvo poi ricordare agli stessi, poco prima del servizio, quale sia la zona migliore da cercare.
Studio e tecnologia
Lo studio dell’avversario, specie a livelli non altissimi, si può effettuare tranquillamente a mano, con carta e penna, su moduli prestampati, avendo come riferimento 3-4 video di partite degli avversari (meglio se uno di questi è quello della gara di andata contro la propria squadra, nel caso di parli del girone di ritorno).
Penso però non sia giusto non citare nemmeno le enormi possibilità offerte, ad oggi, dallo strumento professionale Data Volley. Già ho parlatodi questo software nel campo dell’analisi statistica; ebbene, utilizzando questo stesso strumento e applicando l’analisi statistica (più le tantissime varianti e opzioni disponibili) è possibile effettuare uno studio completo e quanto dettagliato si vuole di una qualsiasi partita.
Si consideri che per ogni colpo (sia esso battuta, attacco o ricezione) è possibile associare un punto di partenza e uno di arrivo (e quindi una direzione); durante la rilevazione si hanno in automatico i valori di efficacia, efficienza, positività e fallosità dei vari fondamentali e, a patto di inserire la rotazione iniziale della squadra da analizzare, anche la distribuzione in attacco (anche a seconda del tipo di ricezione). E’ anche possibile, scendendo in dettaglio, specificare il tipo di palla attaccata e la base del centrale.
Conclusioni
In questo articolo ho mostrato solo alcune idee e linee generali relative allo studio dell’avversario. Penso però sia sempre da ricordare che, prima di guardare quel che succede al di là della rete, sia importante conoscere a perfezione quello che accade dalla nostra parte. E’ più facile perdere perché gli altri sono più forti, piuttosto che perché ci hanno studiato meglio!
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come al solito I M P E C C A B I L E.
non mi resta che cercare di aggiungere qualcosa…
personalmente mi capita di rivedermi in sequenza anche la distribuzione su ricezione negativa e/o su difesa. per molti palleggiatori si nota una tendenza ben marcata ad aprire il gioco o a giocare vicino, spesso legata alla sicurezza o alla precisione del loro palleggio, che li fa propendere per una palla piuttosto che per un’altra.
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Come effettui questa analisi dal punto di vista strettamente pratico?
Ai livelli bassi è importante l’analisi delle rigiocate su difesa, sia quelle staccate da rete che quelle precise.