[warning]Aggiornamento del 17 maggio 2012: sono passati 4 anni dalla scrittura di questo articolo…se dovessi riscrivelo oggi, cambierei alcune cose, magari anche i toni…ma la questione è ancora molto aperta! Lascio questo articolo nella sua versione originale perché si è costruita sotto una discussione davvero interessante e costruttiva con anche alcuni arbitri coinvolti…bellissimo!!![/warning]
Ho appena perso una partita 3-0 e l’ho persa semplicemente perché gli altri erano più forti. Quindi, metto le mani avanti da questo punto di vista: la mia osservazione non vuole parare su una eventuale supposizione (che potrebbe sorgere spontanea) che io abbia perso per colpa delle doppie (fischiate male da tutte e due le parti); avrei perso comunque e sempre 3-0, con parziali più o meno simili.
Ora però, io vorrei sapere, con molta serenità, perché ci debba essere tanta ambiguità nel fallo di doppia. E, soprattutto, perché mai gli arbitri si ostinino a fischiare situazioni che non gradiscono, invece di sanzionare un fallo.
E’ assurdo: una palla gira, allora è doppia. Una palla non gira, ma esce dalle mani quadrate di un palleggiatore scarso e non è doppia. E’ insensato. Il mio caso specifico odierno è questo: gioco contro una squadra di almeno una categoria superiore al campionato che disputa, quindi per noi (giovani che facciamo un campionato di serie) ogni difesa è un miracolo. Difendiamo e il Libero alza. La palla parte pulita e con un “buon rumore”, dopo un po’ prende una leggerissima rotazione. Boato dell’avversario e fischio del fallo.
Ora, è matematicamente impossibile che le mani impattino la palla nello stesso preciso istante. E’ impossibile, non vedo come possa accadere che sia colpita nello stesso milionesimo di secondo da ambo le mani, che non sono collegate e, quindi, saranno sempre necessariamente milionesimi di centimetri sfalsate. A rigor di logica, quindi, ogni palleggio è fallo.
La bestialità più grande, a mio avviso, è la tecnica, fasulla e terrificante, che viene insegnata agli arbitri per riconoscere i falli di doppia: “Quando la palla frulla, è doppia“. Non è vero! Non è vero! Questa tecnica è un’approssimazione grossolana e micidiale, perché il fallo di doppia avviene sempre! Gli arbitri devono imparare a guardare le mani dei palleggiatori, non l’effetto che si ha sulla palla. Anche perché non è scritto da alcuna parte del Regolamento, che sia fallo quando “un giocatore effettua un palleggio e la palla esce ruotando attorno ad un proprio asse passante per il centro”.
In più, c’è un’altra bestialità, orribile, che si insegna: “Lasciar giocare i palleggiatori“. L’idea di principio non è sbagliata, ma ha come logica conseguenza che tutti gli altri giocatori vengono massacrati. E questo è ancora più insensato, perché, delle due, sono proprio i palleggiatori a dover saper palleggiare meglio degli altri, visto che ad allenamento fanno praticamente solo quello. Ora, se parte un frullino micidiale ad un palleggiatore, si lascia correre; se al Libero o ad un centrale, che si allena poco nel palleggio (giustamente) parte una palla un minimo sporca, è fallo. E’ assurdo. Anche perché, francamente, le situazioni più difficili sono quelle di ricostruzione e non è affatto automatico che sia il palleggiatore ad effettuare l’alzata di ricostruzione. Anzi, molte volte non sarà lui.
Concludendo:
- L’arbitro deve ravvisare un fallo, non decidere che una palla che non gradisce sia fallo
- Ci vuole un criterio migliore nell’individuazione del fallo
- Ci vuole uniformità di giudizio
- Gli insegnanti degli arbitri dovrebbero smetterla di insegnare “trucchetti” fasulli
Spero che questo scritto possa essere letto, anche in futuro, da qualche arbitro o, ancora meglio, da qualcuno che si occupa della formazione degli arbitri. E che, perché no, provi a spiegare a me, povero giovane allenatore, i motivi per cui vengono insegnate queste cose e le motivazioni che ne stanno alle spalle.
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