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Organizzazione del gioco #1: Introduzione, teoria delle eccezioni

L’obiettivo di questa (breve) serie di articoli è l’illustrazione di alcuni elementi strategici e di organizzazione del gioco pallavolistico. Si tratta di esempi che guardano verso l’alto livello, pur non essendo dei modelli fedeli delle massime serie nazionali ed internazionali. Si tratta, più che altro, di alcune chiavi di lettura per comprendere meglio alcuni schemi e situazioni di gioco. Dopo questo articolo introduttivo, seguiranno un articolo dedicato alla fase cambio palla ed uno sulla fase break point. In questo articolo si presentano le convenzioni utilizzate nei prossimi articoli e viene illustrata una teoria, quella delle eccezioni, cui si farà molto riferimento in seguito. Si presentano inoltre due eccezioni tipiche e generali dell’azione pallavolistica.

La pallavolo, ma gli sport di situazione in generale, sono caratterizzati da aspetti puramente tecnici (sapere come giocare) e da aspetti strategico-tattici (sapere cosa fare). L’obiettivo conclusivo è mescolare in modo sensato queste due capacità per arrivare ad una prestazione il più possibile vincente (dove con “vincente” non si deve intendere eslcusivamente il risultato della partita).

L’obiettivo che ci poniamo (ma che, come vedremo, non è fisicamente raggiungibile) è quello di schematizzare e discretizzare il gioco, al fine di codificare tutte le situazioni possibili e proporre strategie valide per contrastare l’avversario. In altre parole, cercheremo di capire come funziona il gioco pallavolistico moderno. Chiaramente, questo compito è impossibile, per il semplice fatto che le situazioni che possono capitare durante un’azione sono teoricamente infinite ed è quindi impensabile, per noi, classificarle e codificarle tutte.

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Lo studio dell’avversario

RicercaIn questo articolo verranno presentate alcune nozioni elementari relative allo studio dell’avversario. L’obiettivo è decisamente più “giornalistico” che tecnico, nel senso che verranno presentati esempi concreti e concetti del tutto generali.

Lo studio dell’avversario riveste importanza crescente in misura direttamente proporzionale al crescere del livello. In linea generale, possiamo considerare che ciascun giocatore di livello medio-alto abbia determinate caratteristiche proprie (determinate dalla propria storia, dalla propria esperienza, dalla propria tattica individuale) e differenti, almeno in parte, da quelle degli altri. A basso livello è solitamente sufficiente adottare una strategia di gara “generale”, valida per qualsiasi avversario ci si contrapponga (salvo poi effettuare eventuali aggiustamenti tattici durante la partita), mentre a livelli più alti è necessario lavorare anche a priori su una gara e sui singoli giocatori che andremo a fronteggiare.

Lo studio dell’avversario viene generalmente effettuato a priori, attraverso la visione di differenti video di partite dell’avversario. Dopo il processo di studio, effettuato dallo staff tecnico, si deve arrivare alla costruzione dei cosiddetti fogli-gara, il mezzo attualmente più utilizzato per trasmettere i risultati delle proprie analisi ai propri giocatori.

Chiaramente, il processo che va dall’acquisizione dei video alla stesura dei fogli gara non è atomico, bensì suddivisibile in alcune fasi principali: l’obiettivo iniziale è quello di trovare delle costanti nel modo di giocare degli avversari. Il passaggio successivo, per ogni allenatore, è quello di prendere decisioni in merito alla strategia di partenza da adottare. L’ultimo punto, da non trascurare assolutamente, è quello di decidere come comunicare i propri risultati ai propri giocatori.

Fasi dello studio avversario

L’aspetto comunicativo è considerato molto importante anche ad altissimo livello (ne ha parlato anche Massimo Barbolini nel corso di Aggiornamento Nazionale 2009); ciò che dobbiamo tenere presente è, essenzialmente, il fatto che non è assolutamente possibile illudersi che i giocatori ricordino tutte le informazioni viste o sentite per pochi minuti dai propri allenatori. Specialmente nei momenti più importanti della gara, dove la tensione è alta, è molto facile che le informazioni non assimilate vengano dimenticate. Questo ha due dirette conseguenze:

  • E’ necessario fornire solo le informazioni veramente importanti;
  • E’ necessario ricordare durante la gara ai propri giocatori ciò che è necessario.

Le fasi di studio e scelta devono essere fatte in base a due aspetti:

  1. Quali sono le caratteristiche degli avversari?
  2. Quali saranno le probabili scelte strategiche che adotteranno per giocare contro di noi?

In particolare, il secondo aspetto intende focalizzare l’attenzione sul fatto che, così come noi studiamo l’avversario, lo stesso farà un’analisi del nostro sistema di gioco. Alcune considerazioni consequenziali:

  • Dobbiamo conoscere perfettamente la nostra squadra e i nostri punti deboli;
  • Dobbiamo provare ad intersecare i nostri punti deboli con i loro punti di forza e preparare eventuali aggiustamenti tattici.

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La Ricezione #02: Ricettori, competenze, assistenze, conflitti

In questo secondo articolo parleremo del numero di giocatori impegnati nella ricezione, senza entrare comunque nel merito degli schemi di gioco per la fase cambio palla. In seguito si prenderà in esame l’esempio di 3 giocatori in ricezione e si studieranno i problemi dell’assegnazione delle zone di competenza e della gestione delle zone di conflitto.

Indipendentemente dagli schemi di ricezione (o, più nello specifico, da chi sono effettivamente i giocatori impegnati nella ricezione), possiamo parlare del numero di giocatori impegnati in questa situazione di gioco: in generale, escludendo un giocatore che sarà addetto al secondo tocco (l’alzatore), sarà possibile designare fino a 5 giocatori. Classifichiamo quindi la scelta in:

  • Ricezione a 4 o 5 giocatori: utilizzata specialmente con squadre molto giovani o di livello molto basso;
  • Ricezione a 3 giocatori: utilizzata fino all’altissimo livello femminile e ad altissimo livello maschile su servizi in salto (solitamente);
  • Ricezione a 2 giocatori: utilizzata ad alto livello maschile per ricezioni di servizi flottanti.

Come in molti altri aspetti del nostro sport, non esiste una scelta corretta a priori. Ogni sistema ha i propri pregi ed i propri difetti e la scelta deve essere calibrata, banalmente, sui giocatori di cui si dispone.

Riducendo il numero di giocatori:

  • La manovra offensiva risulta semplificata, poiché alcuni giocatori potranno prepararsi con largo anticipo ad attaccare;
  • Ci sono più zone potenzialmente vulnerabili, pertanto si  rendono necessari meccanismi di assistenza (di cui si parlerà più avanti);
  • Ad ogni ricevitore è assegnata una porzione maggiore di campo, il che richiede doti tecniche superiori.

D’altro canto, aumentando il numero di ricevitori:

  • La manovra offensiva risulta più complicata, poiché ogni giocatore, prima di attaccare, deve occuparsi della ricezione;
  • Ad ogni ricevitore è assegnata una porzione di campo teoricamente più piccola;
  • Aumentano le zone di conflitto (di cui si parlerà più avanti).

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La Ricezione #01 – Introduzione e Cronologia

Si apre con questo articolo una catena di documenti tecnici riguardanti il fondamentale della ricezione. In ogni parte sarà analizzato un diverso aspetto di questo fondamentlae. In particolare si parlerà di tecnica, tattica di squadra, scouting ed allenamento. Ogni documento sarà corredato da una serie di slides, che hanno scopo riassuntivo dello stesso. Gli articoli sono principalmente frutto di riassunti di corsi, documenti, discussioni con altri allenatori, esperienza personale. Con il tempo, grazie anche ai pareri che riceverò, provvederò a modificarne alcune parti.

La ricezione è il fondamentale che risponde al servizio avversario. Proprio per questo motivo, la denominazione completa è “ricezione del servizio“. Nello studio della ricezione, non possiamo quindi prescindere da quello del servizio avversario, poiché il bagaglio di gesti tecnici interessati varia notevolmente a seconda del tipo di servizio. In particolare, dobbiamo analizzare:

  • Tecnica di servizio utilizzata
  • Posizione di partenza del servizio
  • Tratti tattici caratteristici del battitore

Il tipo di servizio è molto influente, sia dal punto di vista tattico, che, soprattutto, da quello tecnico. In generale, dobbiamo tenere conto dei 3 servizi più diffusi attualmente:

  • Servizio flottante (e sue varianti)
  • Servizio in salto a rotazione
  • Servizio dal basso (solo livelli bassi)

Creiamo allora tre sotto – fondamentali, che in generale vanno analizzati disgiuntamente:

  • Ricezione di servizio flottante
  • Ricezione di servizio in salto a rotazione
  • Ricezione di servizio dal basso

La posizione di partenza del servizio influenza principalmente le posizioni di partenza dei ricevitori e alcune valutazioni sugli interventi tecnici da adottare. Abbiamo due classificazioni importanti, da questo punto di vista:

  • Posizione di partenza in profondità
    • Servizio da vicino alla linea
    • Servizio da lontano
  • Lateralità del servizio
    • Servizio da zona 1
    • Servizio da zona 6
    • Servizio da zona 5

I tratti caratteristici del battitore possono avere conseguenze tattiche o mentali: ad esempio, specie al crescere del livello, è possibile analizzare le direzioni preferite da ogni battitore e utilizzare queste informazioni per anticipare la lettura della traiettoria.

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Schemi d’Attacco

Penso che il discorso sugli schemi d’attacco sia uno degli aspetti che più interessano gli amanti del volley. In particolar modo, tutti quanti sono terribilmente interessati a quei “numerini” che fanno alcuni giocatori con le dita, prima che la palla sia battuta.
Ci sono due premesse da fare: la prima è che il “numerino” è un codice. Questo significa, banalmente, che ad un numero è associata un’informazione, che tutti i giocatori della squadra devono conoscere senza ambiguità. Ciò implica anche, però, che ogni squadra può utilizzare un’associazione numero-azione completamente differente dalle altre. L’importante è che i propri giocatori la conoscano.
La seconda premessa da fare è che il codice in questione non è di tipo assoluto, ma relativo alla situazione. Vedere un indice alzato in una mano non significa sempre la stessa cosa. Normalmente, ci sono due situazioni “degne” di essere codificate:
  • Marcatura a muro
  • Schema d’attacco

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Schemi di Ricezione

[important]Per una analisi più approfondita in merito agli schemi di ricezione e di tutto il sistema tattico per la fase cambio palla, si veda l’articolo apposito.[/important]
Arrivati al 6vs6, fin da piccoli i ragazzi devono seguire graduali miglioramenti negli schemi di ricezione, che li porteranno poi a giocare con gli schemi evoluti.
E’ importante che l’allenatore non si fossilizzi su uno schema, benché porti risultati migliori dal punto di vista pratico, ma si impegni a fondo per portare i propri atleti a raggiungere una buona qualità di gioco, che avrà ottime ripercussioni nella loro carriera.
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Schemi per il 4vs4

Il gioco 4vs4 è stato introdotto per rendere meno traumatico il passaggio dal minivolley (3vs3) al classico 6vs6.Infatti con questo tipo di gioco

  • Si iniziano ad analizzare i falli di posizione
  • Si può introdurre la ricezione a fasce
  • Si può introdurre l’attacco dopo ricezione
  • Si può introdurre la penetrazione
  • E’ introdotta la differenziazione tra prima e seconda linea (assente nel minivolley)

Il gioco è caratterizzato da:

  • 4 giocatori in campo in ogni squadra
  • Campo 7.5m x 7.5m
  • Linea dei 3 metri
  • Rete 2.10m

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