Differenze tra primo e secondo schiacciatore

Molti si chiedono quale sia la differenza fra prima e seconda banda, primo o secondo centro. Pochi lo sanno o ci hanno perso dieci minuti per capirlo. Oggi mi occuperò delle differenze che si rilevano fra le due bande in campo.

Analisi delle rotazioni

Analizziamo giro per giro i compiti di entrambe le bande.
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Partiamo dalla P1. Il primo schiacciatore (che d’ora in poi chiamerò S1) si trova in zona 2. Di conseguenza il secondo schiacciatore (che chiamerò S2) si trova in zona 5. Partiamo dalla fase CP (Cambio palla, cioè siamo in ricezione): S1 scenderà in zona 1 per fare penetrare il palleggiatore, S2 riceverà in zona 5.
In fase di attacco il primo schiacciatore attaccherà in rotazione in cui avremo tre attaccanti in prima linea (da ora in avanti, per comodità, ci riferiremo a questa situazione con l’espressione “in attacco a 3“) ed il secondo centrale in prima linea.
Con palla nel campo avversario S1 murerà la banda dell’altra squadra e S2 coprirà l’entrata del palleggiatore.

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Programmazione dell’allenamento

Per “programmazione dell’allenamento” si intende la modulazione quantitativa e qualitativa del lavoro fisico, tecnico, tattico, psicologico e didattico di allenamento.

1. Importanza della programmazione

La programmazione assume importanza fondamentale fin dalle attività giovanili, anzi, non sarebbe azzardato affermare che una corretta programmazione pluriannuale è più importante nelle giovanili, piuttosto che in squadre di medio livello. Ritorna ad assumere livelli di importanza notevole anche all’alto livello.

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La programmazione assume importanza notevole in ogni livello sportivo, ma si evidenziano picchi nelle giovanili (legati soprattutto alla programmazione pluriennale) e nel livello alto (legati principalmente alla programmazione annuale e dei mesocicli).

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Regole di gioco 2007/2008

Il Consiglio Federale ha deliberato l’applicazione di modifiche a due Regole di Gioco, come indicato dalla FIVB, e di introdurre due nuove normative ali Campionati di Serie A1 e A2 maschile inerenti l’impiego di atleti giovani.
Si tratta:
1. Regola 9.1.2.3, per tutti i campionati di serie e di categoria;
2. Regola 15 (sistema di sostituzione veloce), per i campionati di Serie A1 e A2
3. Normativa del SECONDO LIBERO, per i Campionati di Serie A1, A2, B1 e B2 maschile e femminile
4. Atleti Under 23 con sostituzioni illimitate, per i Campionati di Serie A1 e A2 maschili
5. Atlete Under 21 con sostituzioni illimitate, per i Campionati di Serie A1 e A2 femminili
6. Limitazione utilizzo impianti acustici nelle gare di A1M e A2M
7. Linea dell’allenatoreDi seguito si riporta quanto deliberato e valevole a partire dalla stagione sportiva 2007/08.
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Il fallo di posizione

In questo articolo si parlerà del problema più diffuso e, purtroppo, meno capito del nostro sport: il fallo di posizione.Per prima cosa, l’aspetto più importante da avere in mente è che:

Regola 7.3.1

In gioco ci devono essere sempre sei giocatori per squadra.
Il tagliando della formazione iniziale indica l’ordine di rotazione dei giocatori sul campo. Questo ordine deve essere mantenuto per tutto il set.

I giocatori di una partita di pallavolo hanno un ordine e quest’ordine deve essere mantenuto. Questo è logico, ed è il motivo principale che genera l’esistenza del fallo di posizione. Se l’allenatore schiera in campo, nell’ordine, i giocatori 8-14-10-9-11-3, in ogni momento del set l’ordine deve essere mantenuto.

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I giocatori in prova

Ho concluso felicemente la prima settimana di allenamento. Quest’anno alleno un gruppo maschile Under18. Un gruppo in realtà molto giovane. Diciamo, senza troppe pretese e con buoni margini di miglioramento.

L’argomento di cui vorrei parlare oggi è un tema di cui nessuno parla mai, forse perché, in realtà, non vi si attribuisce alcuna importanza. Vorrei spendere due pareri e perplessità in merito ai giocatori in prova nel mese di Settembre. Ritengo che questa possa rivelarsi un’arma a doppio taglio: da un lato la possibilità di integrare il nostro organico di ragazzotti ci intriga (del resto, spesso il target giovanile è anche quello di “far numero”), dall’altra però si pongono alcuni problemi che devono essere affrontati e che saranno il tema di questa pagina.

I problemi di cui dobbiamo occuparci sono molteplici:

  1. Dobbiamo necessariamente portare avanti il nostro programma di preparazione fisico-tecnico-tattica
  2. Non dobbiamo danneggiare il giocatore nuovo
  3. Dobbiamo valutare in poco tempo se si tratta di un potenziale elemento valido
  4. Dobbiamo far “buona impressione”

Il discorso è contestualizzato alla mia squadra, ma penso non si fatichi troppo se lo si prova ad adattare ad una qualsiasi squadra giovanile già pronta dal mese di Giugno, ma comunque disposta a visionare atleti anche a Settembre. E’ un discorso valido solo se parliamo di allenatori che preparano gli allenamenti in base ai giocatori di cui dispongono (spero lo facciano tutti!) e di società in cui, spesso e volentieri, la gente nuova arriva senza preavviso (leggono gli orari di allenamento dal sito web della società, o li chiedono al dirigente).

Nella maggior parte dei casi, non siamo in grado di prevedere quando e in che quantità avremo giocatori in prova. Non sapremo nulla di loro a priori. Questo impone, a mio avviso, il fatto che non si possa pensare ad un allenamento generico, come eventualmente si potrebbe fare a Giugno. Quindi, essenzialmente, l’allenamento è quello che faremmo fare normalmente ai nostri atleti. Con la variabile di qualche potenziale novità.

Il metodo che sto adottando quest’anno è semplice: quando preparo una seduta (almeno così ho fatto questa settimana e farò la prossima, poi direi che il “pericolo gente nuova” potrà essere considerato superato), lascio sempre delle tempistiche un po’ “dilatate“, per poter inserire un turno in cui lavori anche il/i giocatore/i in prova. Se quel giorno non abbiamo nessuno nuovo (ed è capitato), vorrà dire che il tempo in più potrà essere utilizzato per un lavoro “extra” da qualche mio atleta. Sicuramente non è un metodo ottimale, ma penso che sia meglio del preparare una seduta solo per i miei giocatori e dover poi in qualche modo inserire la variabile nuova. Del resto, non possiamo neanche pretendere che il ragazzo passi tutto l’allenamento a raccogliere palloni (è in contraddizione con il problema 4).

Questo metodo funziona benone per la parte tecnica dell’allenamento. Però non può essere adattato alla parte fisica ed a quella tattica. Nella parte fisica dell’allenamento dobbiamo essere bravi ad evitare traumi al nuovo arrivato (problema 2), pertanto è importante non solo limitare intensità e volume degli esercizi, ma anche eliminare alcuni esercizi considerati pericolosi. Ad esempio, un discorso affrontato di recente sul forum di preparazionefisica.it è relativo all’affondo laterale, che, se eseguito in stato di mancato allenamento e con tecnica non corretta, può causare problemi all’adduttore. Considerato che, nella maggior parte dei casi i ragazzi nuovi arrivano dopo diversi mesi di ozio totale, è bene valutare con attenzione la possibilità di escluderlo da alcune esercitazioni che, magari, per il resto dei giocatori sono già applicabili.

L’aspetto tattico, infine, non mi ha ancora fornito indicazioni interessanti, nel senso che quando devo valutare qualcosa con i miei ragazzi relativamente ad una strategia di gara (ad esempio, riguardare le rotazioni di CP o il sistema di BP), non posso fare a meno che annoiare il nuovo. Ritengo che, se da un lato questo potrebbe risultare noioso (problema numero 4), dall’altro potrebbe anche entusiasmarlo il fatto di vedere qualcosa di “figo”. O almeno, io quando ero più piccolino mi appassionavo un sacco nel vedere gli schemi di gioco.

Nel caso si disponga di un aiutante, è bene sfruttare al massimo questa possibilità, ed utilizzare, ad esempio, i momenti di tattica o di tecnica individuale per valutare le capacità tecniche del nuovo arrivato, almeno da un punto di vista potenziale. Com’è il suo tocco di palleggio? Com’è, nel complesso, il bagher? E’ in grado di fare una piazzata da terra? Pensiamo potrebbe essere utile al gruppo? Prima riusciamo a fare questa valutazione, prima riusciamo ad inserire il ragazzo nel gruppo. L’aspetto psicologico è molto importante: se abbiamo trovato un potenziale buono, qualche parola di elogio (magari davanti ai genitori?) potrebbe convincerlo definitivamente ad entrare nel gruppo. Viceversa, se capiamo che il ragazzo non è minimamente al livello del nostro gruppo, possiamo suggerire l’inserimento in una squadra più giovane (magari solo per qualche mese?).

A questo punto non mi resta che sentire il parere di chiunque abbia voglia di esprimerlo. Come gestite voi questa situazione? Improvvisate? Se sì, come? Programmate? In che modo?

Una buona settimana di pallavolo a tutti.

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Marcature a muro

[important]Per una analisi più approfondita in merito agli schemi di muro e di tutto il sistema tattico per la fase break-point, si veda l’articolo apposito.[/important]
Come risaputo, ogni squadra in fase BP prepara la situazione difensiva con 3 giocatori a muro e 3 giocatori in difesa, definendo due possibili schemi di attesa:
  • 3-2-1 (o Centro-Mediano arretrato)
  • 3-1-2 (o Centro-Mediano avanzato)

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Correlazione Battuta-Muro

[important]Per una analisi più approfondita in merito agli schemi di muro e di tutto il sistema tattico per la fase break-point, si veda l’articolo apposito.[/important]
Nella pallavolo si parla di correlazione tra due fondamentali A e B, quando la strategia adottata per il fondamentale A influenza quella del fondamentale B. In parole più semplici, parliamo di correlazione ogni qualvolta stabiliamo di adottare una certa strategia (o, meglio, tattica) in un fondamentale e questa strategia andrà a determinare anche quella di un secondo fondamentale. Continua la lettura di Correlazione Battuta-Muro

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Schemi di Ricezione

[important]Per una analisi più approfondita in merito agli schemi di ricezione e di tutto il sistema tattico per la fase cambio palla, si veda l’articolo apposito.[/important]
Arrivati al 6vs6, fin da piccoli i ragazzi devono seguire graduali miglioramenti negli schemi di ricezione, che li porteranno poi a giocare con gli schemi evoluti.
E’ importante che l’allenatore non si fossilizzi su uno schema, benché porti risultati migliori dal punto di vista pratico, ma si impegni a fondo per portare i propri atleti a raggiungere una buona qualità di gioco, che avrà ottime ripercussioni nella loro carriera.
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Schemi per il 4vs4

Il gioco 4vs4 è stato introdotto per rendere meno traumatico il passaggio dal minivolley (3vs3) al classico 6vs6.Infatti con questo tipo di gioco

  • Si iniziano ad analizzare i falli di posizione
  • Si può introdurre la ricezione a fasce
  • Si può introdurre l’attacco dopo ricezione
  • Si può introdurre la penetrazione
  • E’ introdotta la differenziazione tra prima e seconda linea (assente nel minivolley)

Il gioco è caratterizzato da:

  • 4 giocatori in campo in ogni squadra
  • Campo 7.5m x 7.5m
  • Linea dei 3 metri
  • Rete 2.10m

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Schemi di Difesa

[important]Per una analisi più approfondita in merito agli schemi di difesa e di tutto il sistema tattico per la fase break-point, si veda l’articolo apposito.[/important]
I sistemi di difesa si dividono in due grandi famiglie:

3 – 1 – 2 o CentroMediano Avanzato (CMAV), usato con Ricezione W
3 – 2 – 1 o CentroMediano Arretrato (CMAR), usato a partire dal 3 in linea

Il primo numero indica i giocatori a muro. Il secondo numero indica i giocatori in difesa del pallonetto di seconda del palleggiatore. Il terzo numero indica i giocatori in difesa sulle palle lunghe. Per quando riguarda la difesa, va sempre ricordato che non esiste uno schema in grado di coprire tutto il campo! Ci sarà sempre un buco!

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