Le statistiche dominano sempre di più il nostro sport, ad ogni livello, così come il video risulta sempre più utilizzato, anche a livelli medio – bassi. Gli scopi dell’analisi sono i più disparati e spaziano dalla semplice auto-valutazione dei giocatori ad un vero e proprio studio delle proprie capacità, con forti ripercussioni in termini di programmazione dell’allenamento.
Lo scopo di questo articolo non è fornire una trattazione completa su questo argomento così vasto e così sempre in espansione. Cercherò invece di raccontare il lavoro che svolgo quest’anno con la mia squadra, in B2 maschile, dove faccio il secondo allenatore, sfruttando queste informazioni per parlare in maniera più generale dell’analisi statistica.
Inoltre, visto che l’analisi statistica è un argomento di ricerca molto gettonato, spero che questo articolo possa chiarire qualche idea a chi fosse interessato a questo campo. Ribadisco tuttavia che non si tratta di una trattazione completa, quanto più un’elencazione piuttosto schematica di concetti e principi di base. Per una trattazione più completa, su questo sito, sarà necessario attendere ancora un po’.
Cerchiamo anzitutto, con questo piccolo preambolo, di chiarire un punto per me fondamentale: a cosa serve lo scouting. Fondamentalmente, lo scouting è un valutatore di prestazione, inteso però come risultato e non come tecnica.L’obiettivo, salendo di livello, è quello di avere un valido supporto alle decisioni, sia in gara che fuori. Chiaramente, un supporto statistico non può essere considerato affidabile al 100%. Al fine di rendere questo modello il più possibile affidabile ed aderente alla realtà, è necessario che si stabiliscano delle regole oggettive di rilevazione. Molte volte, anche gli allenatori più esperti, valutano la prestazione di un giocatore ricordando solo alcuni episodi salienti: la rilevazione statistica, invece, aiuta anche a fornire una valutazione completa sulla prestazione di un giocatore.
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